Gigi Proietti
3:01 pm, 2 Novembre 20 calendario

“Nun me rompe er ca’? Nacque dopo una cena…”

Di: Redazione Metronews
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“La celebre ’Nun me rompe er ca’’ è nata a tavola, dopo cena, quando lui imbracciò la chitarra e si mise a scherzare a modo suo sui francesi”. A raccontarlo è l’attore comico Gabriele Cirilli, che si è formato nel ‘Laboratorio di esercitazioni sceniche’, di Gigi Proietti, a fine anni Ottanta, nello stesso corso di Enrico Brignano, Flavio Insinna, Chiara Noschese, Nadia Rinaldi.  Nel ’92 quando Cirilli già lavorava in teatro ma suo padre, scettico su quel mestiere incerto, “come tutti i miei parenti e amici in Abruzzo”, sperava che prima o poi si sarebbe dedicato a qualcosa di più serio, i due andarono al teatro Sistina a vedere Proietti ne ‘I sette re di Roma’: “Dopo lo spettacolo andammo in camerino e Gigi, intuendo evidentemente i dubbi di mio padre gli disse: ‘Sor Cirilli, lo lasci volare questo ragazzo, che ce la farà’ – ricorda l’attore, oggi in tv con Conti a ‘Tale e quale show’ – dopo qualche mese papà se ne è andato e ho la certezza che fosse pacificato e rassicurato sul mio futuro”.
Provino. Al provino per l’ingresso al laboratorio, qualche anno prima, Cirilli si era temerariamente presentato, ricorda, con ‘Gastone’ di Petrolini, un cavallo di battaglia di Proietti. “Avevo preparato una versione in abruzzese, mi presentai non con la base registrata sulla solita cassetta ma con pianista, contrabbassista e violinista e Gigi si galvanizzò, intervenendo per darmi consigli vari – racconta – non mi disse subito che mi avrebbe preso alla sua scuola, ma capii di essergli piaciuto”. I due anni di laboratorio, analizza Cirilli, equivalgono per lui a cinque anni di università: “Ho imparato tutto da Gigi, dal modo di respirare a come masticare la battuta, oggi gli aspirati attori studiano nei corsi sul web io ho avuto la fortuna di crescere accanto a un vero mattatore”. Dal Proietti maestro, racconta, ha imparato soprattutto a sviluppare l’empatia con il pubblico: “Mi diceva che poco prima dello spettacolo bisognava mettersi dietro il sipario per ascoltare il chiacchiericcio del pubblico, in questo modo, spiegava, potevo sapere già chi mi sarei trovato davanti a inizio spettacolo”. 

2 Novembre 2020
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