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6:02 am, 3 Ottobre 19 calendario

Il potere sconosciuto delle parole che usiamo

Di: Redazione Metronews
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INTERVISTA “Le parole sono importanti”!  Sono passati trent’anni da “Palombella Rossa”, il film dove Nanni Moretti parlando con una giornalista pronunciava questa frase diventata iconica per indicare una deriva sull’uso giusto delle parole, dando a ognuna il suo preciso senso. Ne parliamo con Vera Gheno, sociolinguista che ha collaborato per vent’anni con l’Accademia della Crusca, autrice del saggio appena uscito da Einaudi “Potere alle parole. Perchè usarle meglio” (p.220, euro 13).
Vera Gheno, perché facciamo fatica a capire che le parole sono importanti?
«Perché le adoperiamo sin da piccoli, e a un certo momento della nostra vita il linguaggio lo diamo un po’ per scontato come strumento. E invece la parola è un dono anche se difficilmente a meno che non abbiamo dei problemi – di balbuzie per esempio – ci rendiamo conto di quanto prezioso».
Oggi siamo calati nella società della comunicazione. Ci sono parole che diventano degli spartiacque, più forti di altre?
«Sì, una di queste è stata #metoo che si è imposta anche in Italia nonostante in Italia ci fossero altri hashtag che indicassero una denuncia di un certo tipo».
E’ questo il potere delle parole?
«Sì, ci sono parole che hanno la potenza di slogan, accendono una luce nel nostro cervello, in questo caso una forma di discriminazione verso la donna. Le parole aprono e chiudono mondi e ci sono vere e proprie parole chiave…».
Il suo è un libro politico?
«Sì. Tullio De Mauro diceva che non possiamo pretendere che i cittadini siano bravi cittadini se non hanno le competenze linguistiche all’altezza della situazione».
Lei dice “ognuno di noi è le parole che usiamo”. In che senso?
«Nel senso che in Italia soprattutto, occorre sapere che una certa parlata suscita determinati effetti.  Se quella toscana risulta più simpatica, quella milanese da l’idea dell’efficienza, la parlata del sud attiva più pregiudizi…».
Un esempio di attenzione alla scelta delle parole?
«Se nella mia minibio di Facebook scrivo “laureato all’università della strada”, lì per lì mi sembra comico, ma ci penso alla prima impressione che do a uno che mi sta cercando perché vuole propormi un lavoro? Come diceva Nanni Moretti, le parole sono importanti…».
ANTONELLA FIORI

3 Ottobre 2019
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