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7:00 am, 3 Aprile 19 calendario

Il taxi diventa una discoteca

Di: Redazione Metronews
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Spesso le idee geniali sono sotto il nostro naso, ma abbiamo bisogno di tempo per realizzarle e per metterle in movimento. Letteralmente in movimento, potremmo dire. In fondo è questa la storia di Marco Silvestri, 43enne nato a Jesi, 40mila abitanti nella provincia di Ancona, il centro più popoloso dell’intera Vallesina.
Nel passato di Marco un lavoro nell’edilizia. Poi la crisi economica ha falcidiato le opportunità di lavoro. Così Marco s’è reinventato tassista. Ma un tassista molto particolare.
«Ho preso la licenza sei anni fa e dal primo anno ho deciso di accostare al classico servizio taxi quello notturno per le discoteche della costa adriatica. Di fatto porto a ballare i giovanissimi, ma oggi anche la fascia sui 35 anni, e poi li riporto a casa nell’entroterra marchigiano», racconta Marco. I contatti arrivano tramite il suo website Taxi-jesi.it oppure via Facebook e WhatsApp. E a cercarlo per portare a ballare i figli, soprattutto quelli più giovani, sono anche i genitori. «Mamma e papà stanno più tranquilli quando porto i figlioli in discoteca. Sanno che me ne prendo cura. Loro non prendono la macchina e io guido al posto loro», precisa Marco, che all’inizio ha contattato anche i gestori delle disco per farsi pubblicità. Ed è stato un successo senza procedenti. Ancona, Senigallia, Rimini, Riccione. Oggi Marco si è organizzato anche con altri colleghi e per una serata tutti insieme riescono a portare anche 200 persone. «Avendo un caravan nel mio taxi ne porto in sette e ho trasformato l’esperienza del viaggio in qualcosa di divertente», racconta Marco
Infatti i ragazzi fanno a gara per prendere il taxi. Anche perché Marco ci ha costruito una discoteca itinerante: luci psichedeliche al ritmo della musica. E nel retro c’è pure la palla da discoteca che gira, quasi a trasformare il taxi in un privé. «Ho creato un impianto grazie ad una centralina presa in America e acquistata online. Ecco perché il mio taxi da Jesi ha fatto davvero il giro del mondo».
Giampaolo Colletti
@gpcolletti 

3 Aprile 2019
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