Fecondazione
6:04 pm, 7 Marzo 16 calendario

Fecondazione assistita il punto sulla legge 40 dopo 12 anni

Di: Redazione Metronews
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FAMIGLIA. Sono decine gli obblighi e i divieti contenuti nella legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita caduti nell’arco degli ultimi 12 anni, periodo di vigenza di una delle normative più controverse mai emanate in Italia. L’anniversario dalla sua entrata in vigore ricorre infatti il 10 marzo. Ma della legge, che era anche stata sottoposta a un referendum senza successo, rimane oggi ben poco, essendo stata oggetto di «37 sentenze di giudici ordinari e costituzionali» che l’hanno pian piano smantellata, dice  Filomena Gallo, segretario dell’associazione Luca Coscioni e avvocato che ha assistito diverse coppie ricorse ai tribunali e alla Corte costituzionale contro questa norma.
Dall’obbligo di creare e impiantare tre embrioni alla volta (dato che la crioconservazione era considerata illegittima), fino ai divieti di diagnosi preimpianto e di fecondazione eterologa, in questi anni i “paletti” imposti dalla legge 40 sono pian piano saltati. Rimangono ora solo i “no” all’utilizzo degli embrioni sovrannumerari ai fini della ricerca scientifica (che sarà all’esame della Consulta il  22 marzo) e alla pratica della maternità surrogata, tematica quantomai calda in queste ultime settimane, come anche il no al ricorso alla Pma per le coppie gay. 
«Il problema che c’è ancora oggi – spiega Gallo – è che vigono ancora troppe differenze fra Regione e Regione, e non ci sono fondi. Non sono stati aggiornati i Livelli essenziali di assistenza (Lea) e mancano i finanziamenti per procedere in modo equo anche nelle strutture pubbliche». 
In Parlamento
 
Ma qualcosa si muove in Parlamento: «È stato già incardinato alla commissione Sanità del Senato» il disegno di legge sulla fecondazione assistita che dovrebbe andare a  sostituire la legge 40/2004. A confermare che l’esame del testo sarà avviato a breve è la presidente della commissione di palazzo Madama, Emilia De Biasi, che ha presentato il Ddl 1630.
Nel servizio pubblico
«Ci sono voluti molti anni, ma finalmente le coppie infertili, quelle vere, possono effettuare una Procreazione medicalmente assistita anche nel pubblico», spiega Rocco Rago, direttore dell’Unità operativa di Fisiopatologia della riproduzione e andrologia dell’ospedale Sandro Pertini di Roma e segretario Siams -Lazio. «Purtroppo – aggiunge – mentre sarebbe necessario utilizzare i media per divulgare queste notizie, per fornire informazioni su come e dove recarsi, il dibattito si sta spostando verso ciò che niente ha a che fare con l’infertilità di coppia. Non abbiamo neppure assaporato la possibilità di poter fare l’eterologa, di poter accogliere le coppie portatrici di patologie genetiche conclamate, non abbiamo nemmeno iniziato campagne di sensibilizzazione per la donazione degli ovociti, che ci accorgiamo che il problema principale oggi è l’utero in affitto».  Sulla fertilità interviene la direttrice del Centro di Pma dell’ospedale Careggi di Firenze, Elisabetta Coccia : «Occorre trovare delle soluzioni in termini di prevenzione della fertilità, perché l’Italia è uno dei Paesi in cui le donne diventano madri per la prima volta in età più avanzata, e hanno meno figli».
METRO/ADNKRONOS

7 Marzo 2016
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