Caos sulla pillola dei cinque giorni dopo
ROMA Niente più prescrizione medica per la pillola dei 5 giorni dopo, l’EllaOne. È arrivata infatti la delibera della Commissione europea che, a seguito del parere del comitato tecnico dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema) del 21 novembre, cancella l’obbligo di ricetta per ottenere il farmaco per la contraccezione d’emergenza. Una decisione che permetterà a più di 120 milioni di donne in tutta Europa di accedere direttamente alla contraccezione d’emergenza. Ma in Italia si rischia il caos: il nostro Paese è ancora oggi l’unico in Ue che richiede anche un test di gravidanza per ottenere la prescrizione medica della pillola dei cinque giorni dopo. L’ultima parola in merito spetterà all’Agenzia italiana del farmaco (Aifa).
«Un anno fa l’azienda aveva inoltrato all’Aifa una richiesta per l’abolizione del test di gravidanza obbligatorio per ottenere la prescrizione del medicinale, presentando gli stessi dati sulla base dei quali l’ente regolatorio europeo ha poi decretato l’abolizione dell’obbligo di ricetta e la cancellazione della controindicazione “gravidanza“ nel foglietto illustrativo», spiega Alberto Aiuto, amministratore delegato della filiale italiana di Hra Pharma, aziende produttrice della pillola (ulipristal acetato). A quanto si apprende, ad aprile scorso la Commissione tecnico-scientifica dell’Aifa, pur prendendo atto della validità scientifica dei dati presentati, ha ritenuto necessario richiedere un parere in merito al ministero della Salute. Sono passati sei mesi, nessuna notizia in materia.
L’appello dei medici
E se da un lato medici e farmacisti cattolici ribadiscono che si tratta di un aborto mascherato, ieri dal sindacato dei medici, Fp-Cgil, è arrivato un appello al governo e al ministro della Salute Beatrice Lorenzin affinché «intervengano con chiarezza nel dibattito sulla pillola dei 5 giorni dopo, per fugare ogni dubbio. Sarebbe insopportabile se di fronte al via libera delle istituzioni europee il nostro Paese, invece di rispettare le regole, facesse vincere ancora una volta una visione oscurantista. Chi paragona un farmaco contraccettivo, che agisce entro 5 giorni da un rapporto non protetto, all’aborto, opera una mistificazione che nulla ha a che vedere con la scienza medica. È strumentale l’allarmismo su eventuali danni alla salute, visto che il farmaco ha superato i controlli dell’Ema, qualificata agenzia europea a questo preposta».
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