
Musica“Tolon, tolon, tolon, tolon...eh oh!”. Chi ha almeno 40 anni ricorda di certo il Carosello, quei quattro sketch pubblicitari che andavano in onda sulla RAI dalle 20,50 alle 21 (al termine si mettevano a letto i bambini). Dal 1957 al 1977 decine di jingle come quello della Mucca Carolina di Invernizzi ripetuti all'infinito sono entrati nella nostra mente e sono ancora nella nostra memoria. Poi, nei decenni a seguire, negli spot pubblicitari sono arrivati i successi pop, e le note musicali delle hit sono diventate inscindibili dal marchio e dai prodotti (due esempi sono “Www mi piaci tu” dei Gazosa per Omnitel Vodafone, e “L'isola che non c'è” di Edoardo Bennato per Tim).
«Oggi le cose sono un po' cambiate – racconta Francesco Emiliani, partner e chief creative officer di Inarea – infatti per diminuire i costi non vengono acquistati i diritti di canzoni già o potenzialmente popolari ma si preferisce far realizzazione una musica originale da autori meno famosi ma altrettanto capaci».
L'evoluzione vera del jingle è però quello che viene definito audio-logo o sound trademark. L'audio-logo è una semplice e breve composizione che identifica un brand. Anche se sono stati gli Studios come la 20th Century Fox o la MGM a lanciarli, attualmente è la tecnologia la regina in questo campo. Quando siamo per strada, su un mezzo pubblico o al bar e sentiamo il suono di un telefonino riconosciamo immediatamente il modello del telefonino, e questo accade perché aziende come Apple inseriscono dei sound trademark predefiniti che hanno il semplice scopo di comunicare “io sono un iPhone” o “io sono un Blackberry”.
La Nokia con il Nokia tune è stata una dei primi a sfruttare le potenzialità degli audio-logo, ma anche Microsoft con Windows o Messenger ha creato dei suoni ormai molto identificabili che sono diventati i nostri tormentoni quotidiani. «Gli audio-logo sono immediati e sfruttano l'elevato livello di ripetizione che li rende memorabili - aggiunge Emiliani - e questo accade anche perché le persone non sempre personalizzano le tecnologie con la propria musica. E le aziende ne sono consapevoli. Un audio-logo è parte di un'esperienza».
(Mattia Nicoletti)