Ue
3:26 pm, 30 Novembre 19 calendario

Mes, Ue: “Rinvio difficile E riforma avvantaggia Roma”

Di: Redazione Metronews
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Un rinvio dell’approvazione del trattato sul Mes, Meccanismo europeo di stabilità è possibile, ma difficile. I leader da tempo si sono dati come scadenza dicembre 2019 per il via libera alla riforma e la posizione dell’Italia complica tutto. In ogni caso, uno stallo sulla riforma del Mes non andrebbe a vantaggio dell’Italia. E’ quanto trapela da fonti europee nelle ore dello scontro politico a Roma sulla riforma del meccanismo europeo di stabilità.     Secondo Bruxelles, la sostanza della riforma del Mes, è vantaggiosa per l’Italia rispetto alle attuali regole del fondo salva-Stati. Il Mes è destinato a svolgere la funzione di backstop (rete di sicurezza) comune se il Fondo unico di risoluzione delle banche dovesse esaurire le risorse finanziarie. La possibilità per un paese in difficoltà di ottenere una linea di credito precauzionale viene inoltre facilitata, in particolare per chi rispetta le regole del Patto di Stabilità. Il bilancio della zona euro inoltre, dovrebbe aiutare i paesi a bassa crescita e che non hanno margini per politiche espansive perché devono proseguire il risanamento dei conti pubblici. Il pacchetto serve soprattutto ai paesi più fragili, si sottolinea. La Germania ha le risorse per salvare le sue banche da sola in caso di necessità, contrariamente ai paesi a alto debito. Imponendo un rinvio o uno stallo sul Mes e il resto del pacchetto, l’Italia farebbe un danno a sé stessa. 
Nessun automatismo sul debito. Durante il negoziato “sono state cancellati tutti i riferimenti alla ristrutturazione automatica del debito”, avevano detto alcuni giorni fa fonti della Commissione: “il testo sarebbe stato pericoloso se fosse passata la linea dei paesi come l’Olanda che insistevano per l’automatismo. Ma sono stati sconfitti”. Vista da palazzo Berlaymont, anche la questione delle clausole di azione collettiva (Cacs) “single limb” – che abbassano le soglie della maggioranza di investitori necessaria a procedere una ristrutturazione volontaria del debito – viene inutilmente drammatizzata. La Commissione inoltre, è pronta a sostenere l’Italia su un’altra questione considerata più importante per il settore bancario che si gioca nel negoziato sulla garanzia europea dei depositi: la proposta tedesca di requisiti di capitale delle banche in base al rating dei titoli pubblici che detengono è giudicata inaccettabile dall’esecutivo comunitario. E anche la Francia, oltre all’Italia,  è contraria.
La data chiave. La data chiave per capire quello che succederà  è il 4 dicembre, quando i ministri delle Finanze dei 19 si riuniranno a Bruxelles per il vertice Eurogruppo. Secondo quanto risulta, la discussione sulla modifica del trattato del Meccanismo Europeo di Stabilità è ancora aperta, in particolare sull’opportunità di introdurre un annesso sulla sostenibilità del debito e le clausole di azione collettiva (Cacs) in caso di ristrutturazione del debito. La questione sarà affrontata appunto all’Eurogruppo quando ci sarà anche la discussione sulla finalizzazione del bilancio della zona euro per competitività e crescita e sulla road map per arrivare a un meccanismo europeo di garanzia dei depositi.
Di Maio insiste. “Il Mes ha bisogno di molti miglioramenti, non possiamo pensare di firmare al buio la riforma di un trattato come il Mes che è solo una parte, quando avremo letto tutto verificheremo se conviene il pacchetto”, ha detto a Matera il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Per il capo politico di M5s “è sano per l’Italia non accelerare”: “L’unione bancaria mi preoccupa più del Mes, ci sono negoziati in corso che è bene che proseguano col protagonismo dell’Italia”, ha spiegato.
Il Pd avverte. Sul “Mes in queste ore ci giochiamo la credibilità del Paese, l’andamento dello spread e dei mercati. Non si può giocare con il fuoco: prendo per buone le parole di Luigi Di Maio di questa mattina e, da qui a lunedì, vedremo se alle intenzioni seguiranno anche i comportamenti”, ha affermato il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini. 

30 Novembre 2019
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