Maurizio Baruffaldi
5:04 am, 7 Novembre 18 calendario

L’uomo, il pappagallo e un’orgogliosa solitudine

Di: Redazione Metronews
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Leggo dell’autista d’autobus di Parigi che ha buttato giù i passeggeri malmostosi per far salire un uomo in carrozzina. Gagliardo esempio contro l’umore ottuso e diffuso. Io ne avevo incontrato uno meno eroico, ma esempio alla pari, autista del tram. Alla fermata era sceso veloce, aveva estratto da sotto le portiere una piccola pedana, l’aveva posata obliqua sul marciapede e atteso la salita della donna in sedia a rotelle; quindi aveva rimesso al suo posto la pedana ed era tornato al volante. Qualcuno, roso dalla fretta, bofonchiava che avrebbe dovuto essere elettrica (il francese magari l’avrebbe lanciato fuori dal finestrino). Quel gesto manuale invece andava oltre, il dovere e il senso civico: conteneva cura e gentilezza: preziosi, per chi è costretto ogni istante a ricevere aiuto e a dover ringraziare. E a cercare disperatamente di rendersi il più possibile autonomo. 
Come quello che ho incrociato nel vagone della metropolitana. Aveva un pappagallo appollaiato sulla spalla sinistra, ma non c’era nessuno ad spingerlo. Si muoveva quindi in autonomia, sfidandola quasi, la città che non lo prevede, e indossava guanti senza dita, che so usano per evitare di ferirsi le mani nello sfregare dello spingersi sul copertone. Immerso nei suoni misteriosi di un paio di cuffiette, ha alzato lo sguardo solo per offrirlo alle biglie scure e riflessive dell’uccello. Restando ancorato alla spalla, il pappagallo ha aperto un breve tentativo di volo. Una specie di segnale, perché subito l’uomo ha offerto al becco dell’amico un oggetto di plastica che aveva tra le mani. L’uccello l’ha masticato frenetico, roteando il collo, come volesse strangolarlo, quel pupazzo rigido. Nel vagone la curiosità di tutti, ma dissimulata. Io immaginavo le parole ripetute tra loro, quelle che consolano. Perché un pappagallo ha il dono della parola che un cane o un gatto non possono permettersi. E in più le ali, per muoversi oltre ogni barriera. Il compagno perfetto. Di un’orgogliosa solitudine. 
MAURIZIO BARUFFALDI

7 Novembre 2018
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