Il piano di Fca non convince
TORINO Oggi Sergio Marchionne illustrerà le strategie di Fca fino al 2022. È il suo ultimo piano industriale: dal prossimo anno lascerà la Fiat, dove è arrivato nel 2004 per rimettere in sesto l’azienda della famiglia Agnelli.
Dalle prime indiscrezioni pare che Fca si concentrerà sulle auto di lusso, con Jeep, Alfa e Maserati protagoniste, mentre saranno ridimensionate le auto di massa e il brand Fiat, che concentrerà le attività in Europa e in Sud America. In Italia resterà la produzione della 500X a Melfi, mentre quella della Panda sarà spostata da Pomigliano in Polonia. Non sarà più prodotta la Punto e non è certo il futuro della Tipo realizzata in Turchia. Tutta la produzione italiana sarà concentrata sui modelli del lusso e sui suv. Questo è ciò che più preoccupa la Fiom, sigla dei metalmeccanici della Cgil, che considera «un disastro» questa ipotesi: «È incredibile l’idea che in Italia si possano fare solo modelli di lusso – spiega Francesca Re David, segretario generale Fiom al “Workers Day” organizzato ieri -. Per raggiungere l’obiettivo della piena occupazione servono modelli di tutta la gamma». Questo era uno degli obiettivi fissati da Marchionne da realizzare entro quest’anno, ma la situazione è ben diversa e a Mirafiori sono moltissimi i lavoratori in cassa integrazione: «Fca non ha rispettato i piani che ha presentato dal 2010 – denuncia ancora Re David -: non sono stati messi in produzione 15 modelli su 27 annunciati». Anche Fim, Uilm, Fismic e Ugl – che ricordano i passi avanti compiuti negli ultimi anni – sottolineano come non sia stata raggiunta la piena occupazione.
ANDREA GIAMBARTOLOMEI
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