terrorismo
7:40 pm, 29 Marzo 18 calendario

Presa la rete italiana del killer di Berlino

Di: Redazione Metronews
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ROMA Cinque arresti e una decina di perquisizioni nelle province di Latina, Roma, Caserta, Napoli, Matera e Viterbo: sono i risultati di un’indagine antiterrorismo, non ancora conclusa, condotta dalla Procura della capitale che, a 14 mesi dalla strage al mercatino natalizio di Berlino, ha ricostruito il circuito di relazioni di cui godeva in Italia il terrorista tunisino Anis Amri. Amri, ucciso il 23 dicembre 2016 in un conflitto a fuoco con la polizia a Sesto San Giovanni, era stato ospitato ad Aprilia da un suo connazionale prima di raggiungere la Germania nel luglio del 2015. Nella strage di Berlino morirono 12 persone.
Già in carcere
La misura restrittiva, firmata dal gip ha riguardato il palestinese 38enne Abdel Salem Napulsi, già detenuto a Rebibbia per stupefacenti, e quattro tunisini residenti a Napoli e nel Casertano. Il primo è sotto inchiesta per addestramento ad attività condotte con finalità di terrorismo, gli altri (Baazaoui Akram di 32 anni, Baazaoui Mohamed, 52, Baazaoui Dhiaddine, 29, e il 30enne Baazaoui Rabie) per associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Istruzioni per le armi
Akram si stava preparando a lasciare l’Italia per ritornare al suo Paese e ciò ha convinto gli investigatori a procedere agli arresti. Sono circa 20 gli indagati di questa indagine: nell’arco di 15 mesi sono stati monitorati spostamenti e contatti di vari stranieri nell’area pontina e a Roma, tre dei quali sono stati espulsi con provvedimenti del ministro dell’Interno in quanto rappresentavano una minaccia per la sicurezza dello Stato. Tra i contatti che aveva Amri figura anche un tunisino di 37 anni residente a Latina, frequentatore del locale centro di preghiera islamico e conosciuto per le sue posizioni radicali, legato da consolidati rapporti di amicizia con Napulsi. I due usavano espressioni del tipo «tagliare la gola e i genitali» riferite agli «infedeli». Su Napulsi si è concentrata l’attenzione degli investigatori: l’uomo, che abitava a Roma, aveva scaricato istruzioni per armi e cercato di acquistare o noleggiare un pick up. Non sono emersi comunque «elementi concreti per parlare di un attacco imminente e specifico in Italia».
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29 Marzo 2018
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