omeopatia
6:30 am, 14 Dicembre 17 calendario

Il dubbio omeopatia: ma serve oppure no?

Di: Redazione Metronews
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ROMA Da gennaio 2019 potranno restare sul mercato solo i prodotti omeopatici la cui domanda di autorizzazione sia stata valutata positivamente dall’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco. Attualmente sono in corso di valutazione 3.700 prodotti.
Cosa cambia
«Per i consumatori sostanzialmente non cambia  niente – spiegano dall’Aifa a Metro  – dal momento che i medicinali omeopatici non saranno inseriti nel prontuario farmaceutico e non si tratta di nuovi prodotti, ma di preparati che erano già in commercio in virtù di disposizioni transitorie. È bene ribadire che si tratta di prodotti che non vantano indicazioni terapeutiche e pertanto sono sottoposti a un iter di valutazione semplificato che consiste nella verifica della congruità tra quanto trasmesso dalle aziende e quanto previsto  dalle linee guida e dai documenti di riferimento internazionali, ad esempio la Farmacopea Europea». Una risposta, quella dell’Aifa, che  riaccende  molte  questioni aperte sull’omeopatia e la relativa mancanza di prove scientifiche sulla sua efficacia.
 Allo stato attuale, spiegano dal Cicap (Comitato di controllo per le affermazioni sul paranormale), nessuno studio scientifico pubblicato su riviste mediche di valore riconosciuto ha potuto dimostrare che l’omeopatia presenti, per una qualsiasi malattia, un’efficacia clinico-terapeutica che sia superiore all’effetto placebo. Gli unici risultati statisticamente significativi sono confrontabili con quelli derivanti dall’effetto placebo, indotto anche dalla particolare attenzione che l’omeopata presta al paziente e alla sua esperienza soggettiva della malattia, e quindi non dal farmaco assunto.
Pochi giorni fa in televisione Piero Angela ribadiva che  da un punto di vista chimico, i prodotti omeopatici «sono solo acqua fresca, perché la sostanza attiva viene talmente tanto diluita nell’acqua, che non ve ne rimane più traccia», dichiarazione che nel 2004 gli valse una denuncia per diffamazione, da cui poi venne assolto.
Acqua “ spruzzata”
 Addirittura sui preparati sotto forma di opercoli, questa “acqua” viene spruzzata. Secondo il professore Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri”, «non vengono inseriti nel prontuario Aifa i farmaci rimborsati dal Servizio sanitario nazionale. Vengono registrati in rapporto ad una direttiva Ue per documentare che non siano tossici. Le farmacie hanno ovviamente un interesse economico, ma i farmacisti sanno molto bene che al di là di un certo numero di diluizioni vendono globuli di zucchero al prezzo di 2000 euro al chilogrammo».  Globuli di zucchero e gocce di acqua fresca  acquistati da 8 milioni di italiani.  Bisogna inoltre ricordare che questi prodotti omeopatici devono riportare la scritta “senza indicazioni terapeutiche”, una  forma di ipocrisia, sulla quale il ministero della Salute non ci ha voluto  fornire spiegazioni.
Isituto Superiore di Sanità
Cosa ne pensa l’Istituto superiore di Sanità dell’omeopatia? Lo abbiamo chiesto al suo direttore, il professor Gualtiero Ricciardi.
Perché oggi l’Aifa ha inserito 3000 medicinali omeopatici nel Prontuario, se l’omeopatia non ha basi scientifiche?
L’obbligo di valutare i medicinali omeopatici deriva da precise norme comunitarie  emanate per fornire ai consumatori europei garanzie sulla qualità e sull’innocuità di tali medicinali. Tali norme non entrano tuttavia nel merito dell’efficacia.
Cosa consiglia ai pazienti?
Il fatto che per l’omeopatia non esistano delle prove scientifiche di efficacia è un dato di fatto. E infatti medicinali omeopatici non vengono rimborsati dal Sistema sanitario.  L’unico consiglio  è quello di affidarsi, tramite il proprio medico, a farmaci di provata efficacia.
Insoddishìfatte le aziende produttrici
L’aggiornamento dell’Aifa sui medicinali omeopatici ha accontentato solo a metà le aziende produttrici. Abbiamo chiesto perché al presidente di Omeoimprese Giovanni Gorga.
Perché non siete ancora soddisfatti?
Siamo contenti che il ministero e l’Aifa abbiano riconosciuto il valore dell’omeopatia, ma occorre che ogni settore venga considerato in base alle singole peculiarità.  Le aziende di prodotti omeopatici hanno dovuto sostenere onerosi investimenti per adeguarsi alle richieste dell’Aifa. Investimenti che a lungo andare porteranno alla chiusura molte delle nostre aziende.
Cosa cura l’omeopatia?
Non il cancro, ma può essere molto utile. Basti pensare che oggi in Italia in media un paziente tra i 65 e gli 85 anni assume 7 farmaci allopatici.  È una risorsa, anche se bisogna utilizzarla bene.
VALERIA BOBBI

14 Dicembre 2017
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