Maurizio Guandalini
6:30 am, 28 Giugno 17 calendario

Ma chi sbaglia non paga mai

Di: Redazione Metronews
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L’OPINIONE Quattro orizzontale. La dote di certi musicisti di riconoscere le note senza riferimenti. Soluzione: orecchio assoluto. Ecco,  per capire come funziona, a grandi linee, la nostra giustizia, senza essere magistrati, o avvocati, ci vuole orecchio. E ti accorgi che c’è molto che va per suo conto. A danno dei poveri cristi, soprattutto. Mentre quando si tocca i potenti si viaggia sull’onda di qualcosa di più grande. Verso il quale, ce lo abboniamo, quasi quasi si prova un sadico piacere, tra noi comuni mortali, nel vedere che un grande cade nella melma, ma, dietro, gratta gratta, poi, l’esperienza, ci ha insegnato che ci stanno giochi, e trame, ‘superiori’ che nulla hanno a che fare con le mani nella marmellata. Prevale la politica. 
Il contrasto politica e magistratura. Via giornali. E’ quello che accade quando trovano il magistrato di turno che passa ai giornali materiale delle inchieste che non dovrebbero andare sui quotidiani. Peggio se, le carte segretate, contengono informazioni taroccate, non veritiere, cucite ad arte. Rimaniamo sempre nell’alveo della presunzione. Si pensa che sia andata così. Lo è stato per Berlusconi e ora con l’affare Consip che coinvolge il papà di Renzi. Il giudice e una nota conduttrice tv hanno fatto combutta per passare le carte ad un giornale. Oddio si sa da sempre chi sono gli spalloni degli scoop a nove a colonne con materiale frou frou. Ma, malgrado l’evidenza, si negava. Si nega. Prevale lo schiaffo del soldato. Indovina chi ha tirato lo schiaffo? L’affare è delicato perché si distruggono carriere politiche. Si influenza il cammino di uno Stato. Si mette fuori gioco persone attraverso un sistema melmoso. Vero, l’affare Consip è tutto da verificare. Il punto è che i tempi della giustizia che conosciamo non ci garantiranno di sapere la verità a stretto giro. Serve tempo. E i rimpalli sono all’ordine del giorno. I cittadini piccoli piccoli come noi devono sperare di non incappare o averci a che fare con la giustizia italiana che, sicuramente, ha la maggioranza di professionisti con i fiocchi, ma è sovrastata da una macchina che non lascia scampo e tramortisce anche chi è nutrito dalle migliori intenzioni. 
L’altro insegnamento che possiamo trarre è che non ci sarà mai l’onore delle armi. Chi ha sbagliato, nelle file delle giustizia, non paga mai. Mentre chi è stato ingiustamente infangato non riuscirà ad avere la dovuta visibilità pubblica, la riconoscenza che non c’entrava nulla con lo sporco. Niente di cui stupirci. E’ 37 anni che stiamo aspettando il nome dei responsabili della strage aerea di Ustica.
MAURIZIO GUANDALINI
Economista e giornalista – Fondazione Istud

28 Giugno 2017
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