Libri/Davide Grassi
9:38 am, 22 Giugno 17 calendario

L’attimo vincente le storie che fecero lo sport

Di: Redazione Metronews
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Il libro si chiama “L’attimo vincente” (di Davide Grassi, Edizioni della Sera, 236 pagine, 15 euro) e non è un caso. Abituati come siamo a consumare lo sport in televisione, in quel continuo mordi e fuggi di risultati che cambiano, campioni allevati in batteria e storie ad uso e consumo delle pay tv, ciò che probabilmente ci manca oggi è l’abitudine a ricordare, dilatando gli attimi che hanno fatto la storia. Rivivendoli, prendendosi il gusto di guardarli da prospettive diverse e magari di indagarne le storie, quando ormai il tempo ha spento le luci della ribalta e per il take away dei palinsesti sportivi quell’impresa, quel momento, è ormai solo un pezzo d’archeologia. 
“L’Attimo vincente”, scritto da Davide Grassi, è un libro ricco di date, di storie, e nasce appunto dalla convinzione che ricordare è importante.  Grassi ripercorre le vicende sportive ed umane (spesso vincenti, a volte tragiche) di Tazio Nuvolari, Abebe Bikila, Muhammad Alì, Fausto Coppi, di Garrincha, di Gilles Villeneuve, Ferenc Puskas, Emil Zatopek, di Jesse Owens, George Best, Ayrton Senna, Marco Pantani, Johann Cruijff, Pietro Mennea, Gigi Meroni, Leo Messi, Alex Zanardi e altri ancora.  È la capacità di dilatare l’attimo, il segreto per tornare indietro nel tempo.
Olimpiadi di Londra, 24 luglio 1908, è il giorno della maratona. Quando nello stadio entra ansimando Dorando Petri, che di mestiere fa il garzone da un fornaio,  il traguardo sembra un miraggio. Petri «è in piena crisi, ha esaurito le energie. Barcolla. Sbaglia direzione. Ritorna sui suoi passi. Cade. Si rialza. Cade di nuovo». E nel frattempo l’americano John Hayes si avvicina. La scialuppa della storia però di solito ha posto solo per una leggenda e, come dimostra Davide Grassi,  non è detto che quel posto spetti al vincitore. Il maratoneta emiliano, come altri personaggi citati nel libro, è un vincitore più per come ha saputo combattere che per altro e, dopo la vittoria fu squalificato per l’aiuto ricevuto sul traguardo (fu aiutato a rialzarsi dopo aver rischiato il collasso praticamente sulla linea del traguardo): ma la sua vicenda  -che incrocia un po’ le tematiche care ad Hemingway della tenacia e del coraggio dell’uomo- lo  rese praticamente immortale.
E la sfida di Nuvolari? E l’amicizia tra Jesse Owens, “l’americano di colore” ed il perfetto rappresentante della “razza ariana” Luz Long, costruita davanti ad Hitler? E Fausto Coppi e  “Ginettaccio” Bartali? Attimi dilatati, fermi immagine di momenti irripetibili che hanno come cornice momenti  importanti e drammatici del nostro tempo.  “L’attimo vincente” è un puzzle di momenti decisivi, ma in fondo è anche la nostra storia.  
METRO

22 Giugno 2017
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