cybersecurity
8:00 am, 9 Giugno 17 calendario

Sfida di talenti sulla sicurezza informatica

Di: Redazione Metronews
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ROMA Si è conclusa con l’assegnazione dei premi individuali e a squadre l’edizione 2017 della Cyberchallenge, il primo programma italiano di addestramento alla cybersecurity dedicato agli studenti delle scuole medie superiori e dei primi anni di università, organizzato dal centro di Cyber Intelligence e Cybersecurity della Sapienza, CIS. A consegnare i premi  il prefetto Alessandro Pansa, direttore generale del Dipartimento delle Informazioni per la sicurezza della Presidenza del Consiglio, che ha anche esortato i ragazzi a lasciare il proprio curriculum per i servizi segreti. «La sicurezza informatica sarà sempre più  al centro delle strategie dei servizi segreti italiani. Le nostre università hanno grandi talenti e con loro ci aspettiamo di rinforzare i nostri asset», ha spiegato.
Metro ha parlato con il coordinatore della Cyberchallenge, il professore Camil Demetrescu.
Perché avete organizzato questa competizione?
Lo scopo della cyberchallenge è colmare il bisogno di talenti di cui abbiamo bisogno nel campo della sicurezza informatica.
Cosa conta di più in questo campo, la passione, il talento o lo studio?
Diciamo che la passione e la predisposizione naturale  verso certe materie rappresentano una base fondamentale da cui partire. Ma l’acquisizione delle comptenze a certi livelli diventa altrettanto necessaria. Noi abbiamo selezionato 26 studenti su 700 domande ricevute e li abbiamo fatti partecipare a un training di tre mesi. Abbiamo anche l’obiettivo di rafforzare la presenza di italiani nelle competizioni internazionali.
Secondo la sua esperienza, l’informatica dovrebbe diventare una materia scolastica, almeno a partire dalle superiori?
Certamente sì, direi anche dalle medie, anche se non a scapito di materie più classiche, come il greco, il latino o la filosofia, che sono sempre molto importanti per una formazione completa.
Nel campo delle materie scientifiche come giudica la preparazione degli studenti italiani rispetto ai giovani del resto del mondo, Usa, Cina e India in primis?
Devo dire che osservando  il percorso scolastico, da professore universitario, fanno certamente una bella figura, la loro preparazione è molto buona. Basti pensare che uno dei ragazzi che abbiamo premiato ha vinto anche le olimpiadi di matematica. Quello che manca alla scuola italiana forse è una maggiore esercitazione pratica.
VALERIA BOBBI

9 Giugno 2017
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