Libri/Violetta Bellocchio
8:55 pm, 7 Giugno 17 calendario

Sogni di gloria e rivolta di una reginetta del pop

Di: Redazione Metronews
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INTERVISTA Sara Monfasani, ragazzina non ancora sedicenne scappa dalla provincia padana dei primi anni Ottanta e va a Milano per costruirsi un futuro: un domani che dipende completamente dalle decisioni di Antonio, un uomo che ha più del doppio della sua età e che soprattutto è molto potente. Lui è un dee-jay creatore di piccole “stelle”, solito di poco talento e velocemente cadenti nel firmamento della musica pop di quegli anni.  Per lui lei è la bimba, l’animale, l’anima gemella.  Lui le dirà come parlare, cosa dire, come muoversi . Lei all’inizio si lascia modellare. Ma poi ci sarà una rivolta.  In “Mi chiamo Sara, vuol dire principessa”, (Marsilio,p.285, euro  17,50) Violetta Bellocchio ha una voce straordinaria che arriva, per i temi che tratta, ai giorni nostri.
Antonio coglie in Sara quel tipo di bellezza che può facilmente tradursi in successo e soldi. Diventa il suo tutore, poi il suo uomo. Quanto c’è di manipolazione in questo sodalizio tra un pigmalione e un’adolescente che vuol diventare una celebrità?
Da un lato Sara viene manipolata però è una ragazzina che non è passiva. Alla fine tutto questo le serve per emanciparsi.
In che senso?
Ti adatti alle idee di qualcun altro sperando che succeda qualcosa a te. E alla fine qualcosa accade…
Chi sono i pigmalioni di oggi?
Quelli che fanno gli scopritori di talenti su you tube. Per esempio personaggi come Scooter Braun che ha scoperto Justin Bieber vedendo i video che postava. Esistono valanghe di adolescenti che danno in pasto la loro vita a Instagram per essere notati. Sperano che la loro vita venga intercettata dagli altri. Tante ragazze chepresentano su Internet una visione vincente lo fanno per questo.
I rischi quali sono?
Conformarsi ai sogni di qualcun altro può avere molti alti e bassi. Il rischio è che la tua vita non appartenga più a te. Dal firmare contratti capestro a essere sfruttati nel proprio talento, il rischio più grande è la perdita d’identità: sei diventato altro da te e alla fine come fa Sara, ti domandi: chi sono veramente? 
ANTONELLA FIORI
@aflowerinlife
 

7 Giugno 2017
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