Scuola
3:01 pm, 27 Marzo 17 calendario

Scuola, vinci il concorso ma spariscono i posti

Di: Redazione Metronews
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ROMA- Ci sono dei fantasmi che si aggirano nelle scuole italiane, negli uffici provinciali, per le sedi dei sindacati. Sono gli insegnanti, anzi gli aspiranti tali. Si sono formati con il tirocinio formativo, hanno investito migliaia di euro per farlo, hanno anche vinto dei concorsi, ma le cattedre promesse sono evaporate come neve al sole.
E in queste settimane si sta realizzando anche un’altra coincidenza astrale che getta ancora più caos nel mondo della scuola. Infatti il concorso docenti 2016 deve ancora concludersi, mentre sono in dirittura d’arrivo lenuove procedure concorsuali previste dal decreto legislativo sulla formazione e il reclutamento per cercare di stabilizzare altre porzioni di precari.
Insegnanti di musica, di italiano per stranieri, di educazione fisica, di materie artistiche: migliaia di precari hanno vinto concorsi e aspettavano di essere collocati ma da un giorno all’altro i posti, definiti in base a graduatorie regionali, sono spariti. 
Un girone dantesco del purgatorio raccontato bene dalla storia esemplare di Michele Sanna, di Cagliari, vincitore di due concorsi, con il massimo del punteggio, ma ancora oggi senza l’agognato lavoro. 
Michele nel 2015 ha seguito il Tfa, tirocinio formativo attivo. Per i non addetti ai lavori, il percorso che consente l’abilitazione all’insegnamento, con la promessa che poi si sarebbe trovata un’occupazione. Michele insegna educazione musicale alle medie. Anzi, vorrebbe insegnare. Il Tfa è stato durissimo: è durato un anno e su 40 iscritti sono risultati solo due abilitati. E Michele era uno dei due.
«Alla fine del Tfa, cambiarono le regole e ci dissero che per insegnare avremmo dovuto anche superare un concorso». E gli aspiranti prof si rimisero a studiare. Tre prove in tutto, un anno di concorso e si arriva a settembre 2016. In tempo per l’inizio dell’anno scolastico. Pronto a salire in cattedra? «Il sogno svanisce di nuovo. C’erano 16 posti vacanti, noi vincitori di concorso eravamo di meno. Ma da un giorno all’altro quei posti previsti in Sardegna non ci sono più».
Come mai?
«La spiegazione sta nella mobilità straordinaria dell’anno precedente che ha permesso a centinaia di precari mandati in giro a occupare posti vacanti, di rientrare in Sardegna. E le nostre legittime cattedre sono state occupate». Danno (il Tfa costa 3500 euro) e beffa. E non finisce qui. La graduatoria dei vincitori di concorso dura tre anni. Significa che se Michele e i suoi colleghi non troveranno collocazione, potrebbero dover ricominciare a preparare concorsi. «Poi c’era la questione dei posti di educazione musicale nei licei musicali, aperti anche ai precari delle medie “con domanda di utilizzazione”.
«Anche qui abbiamo dovuto affrontare un concorso. Per i licei musicali di Toscana, Lazio, Sardegna sono passate solo due persone, e io ero una di queste. Ma dobbiamo dividerci le cattedre con i precari delle medie». Morale della favola: Michele è ancora supplente precario. Nessuna certezza per il futuro. «Quando Renzi aveva detto: sceglieremo i migliori, aveva ragione. Lo hanno fatto. Le prove sono durissime e abbiamo dovuto studiare tantissimo. Però poi insegnare è un’utopia a causa di tutte queste apertura a graduatorie di precari che devono essere contrattualizzati. E noi restiamo sempre dietro». 
I sindacati denunciano che vista la situazione non sono stati attivati nuovi corsi TFA nemmeno, come previsto, per le nuove classi di concorso o per quelle esaurite. Sono 160 in Italia i Licei musicali e coreutici introdotti nel 2010 dalla riforma Gelmini, alcuni dei quali annessi ad altri licei. Possono avere la sezione musicale (ve ne sono 128) oppure quella coreutica (32). In queste ultime funzionano 120 classi con 2.131 studenti.
Doppia beffa, poi. Perché proprio in questi giorni si stanno stringendo accordi per stabilizzare gli altri precari, quelli che non hanno superato il concorso. Ci sarà una procedura veloce per assegnare 80mila cattedre, prima dell’entrata in vigore delle nuove norme.
Michele e i suoi colleghi rischiano di dover dividere ulteriormente la già scarna  torta a disposizione. 
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STEFANIA DIVERTITO
 

27 Marzo 2017
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