Aborto
8:45 pm, 23 Febbraio 17 calendario

Ordine dei Medici contro assunzioni dei non obiettori

Di: Redazione Metronews
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ROMA Non si placa la polemica, a Roma, per il caso dei ginecologi non obiettori all’ospedale San Camillo. Il governatore del Lazio spiega le ragioni del concorso indetto dalla Regione. Non c’è nessuna volontà di riproporre scontri ideologici su temi così delicati, sottolinea il presidente. «Nessuna guerra di religione – spiega – vogliamo solo garantire un diritto. L’importante è che i radicalismi non si impossessino di questi argomenti». Ma prima i vescovi, poi il governo, nella persona del ministro della Salute Beatrice Lorenzin hanno sollevato obiezioni. Per la Cei, addirittura, con questo bando viene snaturata la legge 194. A dare man forte è intervenuto anche l’ordine del medici di Roma che tuona: «Prevedere un concorso soltanto per non obiettori di coscienza ha il significato di discriminazione di chi esercita un diritto sancito dalla bioetica e dalla deontologia medica. Soltanto ragioni superiori potrebbero consentire di superare il diritto fondamentale di invocare legittimamente l’obiezione di coscienza in determinate situazioni».
Ci sono altri strumenti normativi
E ancora: «Queste ragioni “superiori” non ci risulta esistano. Infatti, non risulta che i servizi di interruzione volontaria di gravidanza, nel rispetto della legislazione, non siano mai stati assicurati nell’azienda sanitaria pubblica. Inoltre, ove si verificassero difficoltà ad assicurare il servizio in questione si avrebbero numerosi strumenti normativi di carattere flessibile, che, utilizzati, potrebbero tranquillamente superare tali ipotetiche difficoltà». Dice la sua anche Emma Bonino, da sempre in prima linea per la tutela dei diritti. «Penso che la legge sia molto chiara – dice – e le istituzioni devono applicare la legge e garantire il servizio. In molte Regioni sappiamo che non è così proprio per l’abuso dell’obiezione di coscienza. È un modo di applicare la legge. Ora, a parte la coscienza di ciascuno, compito dello Stato è far applicare le leggi. Non è una discriminazione per nessuno, è semplicemente, finalmente, applicare la legge».
Ruini: forzatura abortista
Sull’altro versante tincara  la dose il cardinale Ruini. «Il mio parere – dice – è che si tratta di una forzatura abortista rispetto a quelle che sono la lettera e lo spirito della legge 194», «il suo scopo non è per nulla quello di portare chi lo desidera ad abortire, di aprire possibilità in questo senso, semmai essa intende aiutare a non abortire, e in questo senso davvero parlerei di prevenzione». Toni meno duri da parte di Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. «Il Concilio – ha sottolineato – ha insegnato alla chiesa che ci deve essere autonomia fra potere civile e religioso. Noi dobbiamo dare il nostro contributo per fare di tutto affinché la nostra tradizione e modo di concepire la vita possa essere ascoltato. Lo Stato ha le sue leggi e le applica in uno stato democratico c’è però anche il diritto di dissentire per chi pensa in questo modo la dignità della vita non è assicurata ma si rispettano le leggi del Paese dove noi viviamo».
La Regione Lazio: nessuna iniquità
In serata infine la Regione interviene per cercare di mettere un argine alla bufera: «Le procedure avviate oltre un anno fa, per completare l’organico dei servizi dedicati alle prestazioni assistenziali relative all’applicazione della legge 194 presso il Centro di Riferimento Regionale dell’Ospedale San Camillo, non contengono alcuna forma di iniquità – dice – poiché non vi è nel testo del decreto alcun accenno o riferimenti, tra i requisiti previsti, all’obiezione di coscienza, ma una specifica indicazione delle funzioni da svolgere per le prestazioni assistenziali legate all’erogazione del servizio. Meraviglia pertanto che l’Ordine dei Medici di Roma non conosca i contenuti di atti che risalgono al mese di giugno 2015 pubblicati sul Bollettino Ufficiale».
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23 Febbraio 2017
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