MAFIA CAPITALE
10:17 pm, 6 Febbraio 17 calendario

Coratti si dice innocente e si smarca dalle accuse

Di: Redazione Metronews
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ROMA «Non ho fatto nulla di quello di cui mi hanno accusato, sono una persona innocente». Prima di essere arrestato nel giugno 2015 Mirko Coratti, era uno degli uomini più potenti del Pd romano. Oggi è uno dei 46 imputati del processo Mafia Capitale. «Ormai sono molto lontano dalla politica. Ora voglio andare avanti e seguire il mio processo, la magistratura fa il suo lavoro e io ho fiducia nei giudici. La cosa positiva è che ho ripreso in mano la mia vita, gli affetti. Oggi mi godo la mia famiglia e le cose che contano nella vita».
Per la procura, Coratti avrebbe messo a disposizione dell’associazione criminale capitanata da Salvatore Buzzi e Massimo Carminati la sua funzione di presidente dell’assemblea capitolina. E anche se nel suo esame di ieri nell’aula bunker di Rebibbia ha cercato di dimostrare il contrario, respingendo al mittente ogni accusa, la sua deposizione non ha soddisfatto pienamente i giudici, che più di una volta si sono soffermati sui dettagli delle sue parole.
«Non ho mai piegato la mia funzione per favorire le coop di Salvatore Buzzi – ha spiegato Coratti – e non ho mai sollecitato nessuno per riconferma del dg dell’Ama Giovanni Fiscon, né mi sono mai interessato di fondi regionali al X Municipio o per altri municipi».  Per difendersi dall’accusa di aver favorito le coop di Buzzi, creando un consenso politico e istituzionale per il riconoscimento dei debiti fuori bilancio, Coratti fa riferimento all’attualità. «Il 29 dicembre 2016 l’attuale maggioranza ha approvato una delibera che riconosce debiti ad alcune coop fra cui la 29 giugno. Quel voto è semplicemente la copia della delibera del 30 ottobre 2014 per cui oggi io sono qui. L’approvazione di un debito fuori bilancio è un atto dovuto».
Di fronte alle domande del pm Luca Tescaroli, Coratti, dopo aver negato un interessamento diretto per l’assunzione di Ylenia Silvestri presso le coop di Buzzi, ha anche contestato il contenuto di alcune intercettazioni che lo vedono protagonista, fra cui il celebre dialogo fra Buzzi e Franco Figurelli (membro della sua segreteria politica), in cui l’ex presidente della 29 Giugno tramite la metafora della “mucca che deve mangiare” spiegava il sistema delle tangenti. «Buzzi non mi ha mai chiesto niente – ha precisato Coratti – E se Figurelli si fosse rivolto a me con delle richieste avrei chiamato il capo della polizia. Non ho mai preso buste o soldi, né ho mai ricevuto un centesimo dal presidente Buzzi. Sono terze persone che parlano di me». Nessuna tangente, nessun favore a Buzzi, insomma. Ma la sua versione dei fatti, però, non ha convinto pienamente gli inquirenti. Agli atti, infatti, risulterebbero circa 10mila euro versati e regolarmente registrati, all’associazione Rigenera, a lui politicamente vicina. Soldi di cui Coratti ha dichiarato di non essere a conoscenza. «Non ho mai saputo di un bonifico da parte della 29 giugno, non mi occupavo delle finanze di Rigenera, se ne occupava il dott. Carneval. Quei soldi li ha chiesti Figurellii, ma l’ho letto nel suo interrogatorio di garanzia. Prima non lo sapevo».
MARCO CARTA

6 Febbraio 2017
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