Giorgia/Eolo Perfido
5:00 pm, 27 Ottobre 16 calendario

Giorgia: Vi presento il mio Oronero

Di: Redazione Metronews
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MUSICA Giorgia fa 10. La cantautrice, musicista figlia d’arte, produttrice e conduttrice radiofonica presenta il suo decimo album d’inediti. Oronero – a tre anni di distanza dal pluripremiato Senza Paura – è frutto di un lungo e certosino lavoro e sarà negli store da venerdì 28 ottobre.
Giorgia, delle 15 tracce del cd ben 10 portano la sua firma: si può definire questo l’album più suo fin qui?
A me sembra sempre il primo: ogni volta è come ricominciare da capo. Io, poi, sono sempre dentro le cose che faccio, stavolta mi sono presa anche più tempo e sono 100% dentro ogni canzone, anche quelle scritte da altri, perché col produttore Michele Canova abbiamo lavorato tanto sulle parole.
Il titolo Oronero richiama alla mente Confusione di Lucio Battisti.
Non c’avevo pensato sai, ma Battisti è nel mio dna e uno poi restituisce. Io lo devo soprattutto a mia madre che me lo ha fatto conoscere. Mentre mio padre ascoltava molta musica black, la nera americana, mia madre mi ha educata bene con Mina, De Gregori, Pino Daniele…
L’album è appunto frutto del sodalizio artistico con Canova, già insieme nei precedenti 2 (Dietro le apparenze 2011 e Senza Paura 2013)…
Sì questo chiude il ciclo di tre: numero perfetto? Speriamo, vedremo.
Non c’è il rischio che si perda un po’ sotto il profilo emozionale a furia di limare e perfezionare i brani?
In realtà ci sono canzoni che te lo chiedono. Ti arriva una melodia che ha già le sue parole, poi il tempo te lo conferma, riascoltandolo e questa è una grazia mandata dal cielo. Poi ce ne sono altre che, per raggiungere la spontaneità, necessitano di più lavoro.
Ma nella vita lei è più istinto o più ponderazione?
Sono un po’ scissa: come nelle cose che più mi piacciono nella musica. Ma sto imparando a tenere a bada la mia mente che ho scoperto essere molto invadente. Cerco di mediare tra le due parti, ma nelle amicizie e nei rapporti sentimentali e personali sono molto immediata e faccio gran casini a volte. È così!
In Posso farcela e Non fa niente (due brani che sanno di malinconico disincanto) lei è autrice di parole e musiche. Ci sono stati momenti in cui ha pensato davvero di non farcela?
Tutte le mattine quando mi suona la sveglia: sotto c’è scritto “ce la puoi fare!” (ride, ndr). Ma per fortuna, grazie anche agli insegnamenti della famiglia, ho voglia sempre del lieto fine. Sì, i momenti di sconforto e stop mi vengono, anche quelli, spontanei.
Da Sanremo Giovani al Premio della Critica (Come saprei), dai duetti con mostri sacri del calibro di Pavarotti e Ray Charles… Quanta strada dietro di sé e davanti. Ci pensa mai?
Diciamo che quando fai 40 anni e li passi cominci a guardare dietro: come cantava Zampaglione “Oh mamma ho quasi 40 anni, che…ho fatto fino adesso?” usando la parola forte che ci stava bene. Ti giri ed è andato un pezzo di cammino, ma  l’importante è averlo vissuto e proseguire oltre, non perdersi nella nostalgia pericolosa che ti blocca.
Le collaborazioni con Zucchero, Mina, Bocelli, Nannini, Jovanotti…cosa le hanno lasciato?
Sono stata fortunata, perché da giovanissima, non mi rendevo neanche conto della grandezza dei personaggi. Quando ho cantato con Pavarotti ero una pischella, avevo paura di non essere all’altezza. Ma accanto a persone così carismatiche e creative ti rendi conto di quanto siano anche tanto semplici nel loro modo. Questo l’insegnamento preso da tutti. E poi lo scambio è il segreto, la ricchezza e per ognuno potrei dire qualcosa di speciale… Ne ho incontrato di fantastici.
Le chiedo un pensiero su Pino Daniele?
Per me lui ha rappresentato molto musicalmente artisticamente e, poi, con nessuno ho avuto un rapporto così speciale. Mi manca molto, mi manca saperlo da qualche parte a studiare le sue note a provare una chitarra nuova. Mi manca da fan e da amica, moltissimo.
Citando la canzone Credo: cosa cancellerebbe del suo passato?
Mi piacerebbe dire nulla, perché tutto mi è servito, ma ad essere sincera un paio di personaggi brutti se li avessi evitati sarebbe stato meglio. Però, nella mia spicciola filosofia di vita, dico che sono anche le esperienze negative che ti formano, t’insegnano, ti salvano, se tu le vivi e le elabori.
Nel 2010 nasce suo figlio Samuel: quanto l’ha cambiata?
Totalmente. La vita ti finisce, per citare un film, arriva una nuova persona con le sue esigenze, istinti, la meraviglia di vederlo crescere e trasformarsi. E tutto le mamme che lavorano lo sanno quanto si fatica per organizzarsi col lavoro etc. Ma io guardo alle mie amiche che ne hanno più di uno e tante cose da fare più di me, quindi… E poi per me è stata una rinascita personale, perché il figlio è anche uno specchio: ti obbliga a guardarti dentro e a capire come puoi aiutarlo a conoscere le sue risorse. Un lavoro che prima devi, però, prima fare su di te. E poi le notti in bianco, delle sveglie terribili, i pannolini, i pianti, e io che cercavo di fare un disco che è uscito e pure bene (Dietro le apparenze).
Nell’era dei social, Giorgia come si trova?
Ho un buon rapporto, non è eccessivo, perché me lo impongo, io mi do delle regole. Trovo eccezionale il fatto di poter avere contatto con la gente che ascolta le tue cose, capire come le vive, se arrivano. Quando ho iniziato negli Anni ’90 c’era il fan club, si scrivevano lettere c’erano i tempi lunghi della spedizione. Io credo, però, che il web vada usato bene, in funzione della propria salute.
 
ORIETTA CICCHINELLI

27 Ottobre 2016
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