MAFIA CAPITALE
10:12 pm, 5 Ottobre 16 calendario

Mafia Capitale, Zingaretti verso l’archiviazione

Di: Redazione Metronews
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ROMA Era stato indagato nella maxi inchiesta Mafia Capitale sulla base delle dichiarazioni di Salvatore Buzzi. Ma per la procura non ha commesso alcun reato. È stata chiesta l’archiviazione per Nicola Zingaretti, finito sotto inchiesta per due episodi di corruzione (avvenuti prima del 2011 e nel 2013) e per la presunta turbativa d’asta del 2014 sulla gara relativa al servizio Cup, per la quale a luglio era stato assolto il suo ex capo gabinetto Maurizio Venafro.
La richiesta di archiviazione ha colto di sorpresa il presidente della regione Lazio, che ha detto: «Ho appreso delle indagini dalle agenzie di stampa e ringrazio la procura per la serietà con cui ha svolto i dovuti accertamenti». Il 19 ottobre Zingaretti sarà ascoltato come testimone proprio nel processo Mafia Capitale, dove le udienze, intanto, proseguono al ritmo di 4 a settimana.
I testimoni
«Buzzi mi chiese di non partecipare al bando. Io accettai, ma non sono stato minacciato». A parlare è Alberto Picarelli, che ieri in veste di testimone ha ricostruito nell’aula bunker di Rebibbia le presunte ressioni subite nel luglio 2014, quando, da rappresentante della coop sociale Inopera, decise di sfilarsi dalla gara per l’assistenza alloggiativa di 580 persone, lasciando campo libero alle coop di Salvatore Buzzi, accusato, per questo, di aver messo in atto una vera e propria turbativa d’asta. Di fronte ai giudici, Picarelli, non indagato, ha provato a ridimensionare la vicenda: «Non avrei comunque partecipato perché non avevo le garanzie economiche della banca», anche se in una conversazione agli atti così diceva a Buzzi: “Salvatò spero che un giorno pure io…quando ti chiedo qualcosa, me venga accolta”
Sempre ieri, anche Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa Italiana, si è ritrovato nell’aula bunker di Rebibbia, citato come teste dai legali di Angelo Scozzafava, l’ex capo del dipartimento sociale del comune di Roma che lo stesso Rocca nel 2008 segnalò ad Alemanno. «L’ex sindaco mi contattò poche settimane dopo la vittoria delle elezioni per chiedermi di occuparmi del dipartimento sociale. Conoscevo Alemanno dal periodo in cui si occupava della cosiddetta destra sociale – ha aggiunto Rocca – e fra noi c’era un rapporto di fiducia diretta. Accettai l’incarico, ma dopo 40 giorni lasciai per andare in CRI. Quando glielo comunicai, non la prese bene, ma mi chiese di indicargli un sostituto. Gli feci il nome di Angelo Scozzafava, che avevo visto all’opera all’Ospedale Sant’Andrea di cui ero direttore. Di lui mi fidavo».
MARCO CARTA

5 Ottobre 2016
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