Turchia
8:27 pm, 18 Luglio 16 calendario

Il repulisti di Erdogan viola i diritti umani

Di: Redazione Metronews
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TURCHIA Oltre 7.500 arresti, tra cui 100 agenti di polizia, 6.038 soldati, 755 tra giudici e procuratori, e 650 civili. Quasi 9.000 i licenziamenti dal ministero dell’Interno, di cui 8.000 i poliziotti. Sono i numeri dell’ondata repressiva scatenata in Turchia da Recep Tayyp Erdogan. Una repressione che allarma Europa e Stati Uniti, che dalla solidarietà espressa al presidente turco contro il tentativo di golpe (che ha fatto 308 vittime, di cui 145 civili) sono passati alla preoccupazione per il rispetto dei diritti umani, a partire dalla ventilata reintroduzione della pena di morte sino agli scatti sul web di prigionieri ammassati in terra seminudi.
No a giustizia arbitraria
«Siamo stati molto chiari nel condannare il tentativo di golpe – ha evidenziato Paolo Gentiloni, ministro degli Esteri italiano – e al tempo stesso siamo chiari nel dire che la reazione non può essere di vendetta». «Abbiamo assistito a scene rivoltanti di giustizia arbitraria», ha aggiunto la cancelliera tedesca Angela Merkel. «Farsi prendere dalla fretta nell’agire non sarebbe corretto, ma non possiamo ignorare quanto ci chiedono i nostri concittadini – ha replicato il premier turco, Binali Yildirim – quanto alla reintroduzione della pena di morte la questione dev’essere deliberata in Parlamento perchè implica una modifica costituzionale». Intanto dalla caratura dei personaggi arrestati emerge che non si è trattato solo di un “golpe dei colonnelli”: 103 tra generali e ammiragli sono finiti in manette. Secondo fonti turche l’ex comandante dell’Aeronautica, il generale Akin Ozturk, avrebbe confessato di essere stato l’organizzatore del golpe. È stato mostrato con vistose ferite al volto e al torace.
Dalla Ue stop a ipotesi pena di morte
«Nessuno Stato può diventare membro dell’Unione europea se introduce la pena di morte. Questo è molto chiaro». Così l’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri dell’Ue, Federica Mogherini, che ha aggiunto: «La Turchia è un importante membro del Consiglio d’Europa e, come tale, è vincolata dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che è chiara sulla pena di morte». Anche il portavoce della cancelliera tedesca Angela Merkel ha affermato che l’introduzione della pena di morte da parte della Turchia comporterebbe una sospensione dei colloqui di adesione con l’Ue: «Un Paese che ha la pena di morte non può essere membro dell’Ue».
È scontro con Usa per Gulen
Ankara e Washington ai ferri corti in merito al destino di Tethullah Gulen, l’acerrimo nemico di Erdogan ritenuto da quest’ultimo l’organizzatore del tentato golpe militare che attualmente vive in Pennsylvania. Per concedere l’estradizione di Gulen «servono prove e non accuse», ha affermato il segretario di Stato Usa, John Kerry. «Non abbiamo ricevuto alcuna richiesta specifica per l’estradizione di Gulen – ha poi spiegato – anche se naturalmente il presidente Erdogan nei suoi commenti in pubblico ha chiesto agli Usa di consegnarlo alla Turchia. Ho chiarito al ministro degli Esteri turco che una richiesta formale di estradizione deve essere presentata attraverso i canali appropriati. Dobbiamo vedere delle prove che reggano agli standard di esame che vigono per concedere l’estradizione».
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18 Luglio 2016
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