Maurizio Guandalini
7:07 pm, 29 Giugno 16 calendario

Quest’Europa Grande Fratello

Di: Redazione Metronews
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Come sempre la finanza e la speculazione giocano con le magnifiche sorti e progressive. Picchiano duro quando c’è l’occasione ghiotta e, dopo aver tracimato, lentamente, ritornano nel loro letto, con un buon guadagno all’attivo (perché la speculazione brucia tanti denari ma  ne fa guadagnare anche parecchi). L’uscita della Gran Bretagna è una cena con il delitto finale: ma è consigliato  stare allo svolgimento e vedrete che non siamo di fronte all’apocalisse narrata in questi giorni. La piazza inglese rimarrà uno dei centri nevralgici dell’economia internazionale. Tra l’altro con una sterlina svalutata, che per le esportazioni non guasta. Il resto lo faranno i trattati internazionali e il libero scambio che sono esistiti ben prima di Brexit o dell’Unione europea. Cosa invece non capiscono quelli rimasti in Casa Europa? La crisi finanziaria recente e l’attività dell’Unione non potranno mai raggiungere la guida politica. Chi ha fatto l’Europa di oggi è stato un utopista per convenienza: si è coperto di libroni per dopare il grande sogno e poi ha arrabattato insieme qualche regola in economia. Lo diciamo a Merkel, Renzi e Hollande, il direttorio, chiamato in tre mesi, a fare quello che non ha fatto negli anni di stress finanziario.
Prendiamo quello che avviene in tutto il mondo: le aree di libero scambio commerciale. A Est come a Ovest. A Sud come a Nord.  L’Unione deve darsi una calmata e rallentare i suoi grandi sogni di gloria densi di utopie e fare un po’ di più delle aree di libero scambio. Finita lì. Essere onnisciente, entrare negli spasmi degli affari delle singole nazioni (dalla misure delle cozze pescate al  mix di ingredienti nell’aceto) è un danno enorme, crea conflittualità tra gli stati, fa confusione sui ruoli, disperde risorse. D’altronde il limite dell’Unione di oggi è il Grande Fratello che non potrà mai funzionare bene quando vuoi annullare l’identità delle nazioni (non è questa l’Unione politica che non arriva mai?). Meglio concentrarsi sull’economia e sull’area di libero scambio che di nome fa Europa. C’è una moneta comune, l’euro che dobbiamo tenerci per forza e giocarcela sul lato dei vantaggi che può portare. Non vorremmo, però, che a Bruxelles iniziasse una corsetta per prendersi i posti lasciati liberi dagli inglesi e intascarsi qualche finanziamento, in più, in libera uscita. Non solo c’è da rottamare del personale politico, ad esempio il presidente Juncker,  ma c’è da stracciare la pedagogia che sta dietro l’Unione,  quel modo dirigista di fare, impiccione,  che non aiuta a volergli bene.
MAURIZIO GUANDALINI
Economista e giornalista
 

29 Giugno 2016
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