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10:24 pm, 29 Giugno 16 calendario

I lavoratori della Rete chiedono certezze alla politica

Di: Redazione Metronews
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Lavoratori della rete tornano alla Camera dei Deputati per interrogare la politica. Dalle ore 14 le storie dei wwworkers di successo: imprenditori, professionisti, ma anche artigiani, commercianti e contadini che reinterpretano mestieri tradizionali in chiave 2.0 e approdano online per vendere all’estero e internazionalizzare l’impresa.

Saranno loro ad interrogare la politica sulle 10 azioni per portare l’Italia nell’economia digitale. Per comprendere cosa è stato fatto e cosa c’è ancora da fare. Per ognuno dei punti la risposta dei rappresentanti dei diversi schieramenti e il fact-checking di Pagella Politica. Durante l’evento i ​saluti di​ Luigi Di Maio (vice-Presidente Camera Dei Deputati)​ e​​John R. Phillips (Ambasciatore Stati Uniti d’America presso Repubblica Italiana), gli speech di Laura Bononcini (Facebook Italia), Diego Ciulli(Google Italy), Claudio Raimondi (eBay Italia), Renato Panesi (D-Orbit). Chiuderà il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti. 

L’incontro è promosso dalla community wwworkers con l’intergruppo Parlamentare all’Innovazione, Google Italia, eBay Italia, Ambasciata degli Stati Uniti in Italia, Metro e Rainews.

METRO

Noi, che grazie alla Rete ci siamo reinventati lavoro e sviluppo

Mani, testa, cuore, rete. L’ultimo maestro cartaio di Fabriano – paese di trentamila anime nelle colline marchigiane, un tempo regno incontrastato per la lavorazione della carta – lavora ogni giorno con la professionalità acquisita durante tutta la vita e con la saggezza tramandata da tante generazioni di artigiani. Ma questo maestro artigiano nel suo lavoro adotta anche metodologie moderne, utilizzando le nanotecnologie idrorepellenti e applicandole alle superficie della carta, che diventa resistente all’acqua o all’olio. Così un mestiere artigiano che in fondo è arte rivive nella contemporaneità. «Il lavoro va molto bene, le creazioni artistiche sono richieste da ogni angolo del mondo e nella mia bottega oggi lavorano sette giovani, assunti con la mia startup innovativa», precisa Sandro Tiberi, 52enne di Fabriano, entrato nelle cartiere trent’anni fa e poi messosi in proprio.

Contaminazioni digitali che innovano il lavoro 
Da una brillante intuizione è partita l’impresa di Andrea Passanisi, 31enne di Catania che ha trasformato la passione per la terra in una professione. Un’idea messa a fuoco dopo un viaggio in Brasile: perché non produrre frutta subtropicale biologica d’eccellenza in una zona vulcanica baciata dal sole? Andrea oggi esporta in Italia e nel mondo un avocado tutto biologico. Siamo a Giarre, in una delle terre a forte vocazione avocada. «Il terreno è di origine vulcanica, l’ideale per questa coltura», precisa Andrea, che produce frutta biologica – non solo avocado, ma anche mango e frutto della passione – raccontata e venduta su Siciliaavocado.it. 

E con la rete anche una impresa campana di caffè può diventare eccellenza italiana nel mondo. Siamo a Melito di Napoli ed è qui che la torrefazione Carbonelli produce cinque miscele differenti, puntando sull’online. «Abbiamo aperto nel 2001 il sito aziendale e da dieci anni vendiamo su Internet», precisa con orgoglio Luca. La vendita su Caffècarbonelli.it ha raggiunto punte del 60% e oggi si attesta ad un 45%. E poi da alcune settimane in azienda c’è anche Claudio Daniele, 23enne di Napoli, arrivato col progetto Crescere in digitale, realizzato dal Ministero del Lavoro con Google e Unioncamere. «Di fatto questi giovani incontrano le aziende per contribuire ad abbracciare ulteriormente le nuove tecnologie».

Nuove tecnologie come riscossa (anche sociale)
Il digitale che diventa vero e proprio game-changer sociale. Proprio un paio di mesi fa il Financial Times aveva così definito Uber, segnalando la storia di Baba, 24enne della prima periferia parigina, quella col tasso di disoccupazione al  22%, due volte quello francese. Il passato di Baba era fatto di piccoli furti nel quartiere, oggi invece di un lavoro (anche di dieci ore al giorno) come autista.  

Dalla Francia a casa nostra, da Baba ai migliaia di lavoratori che operano grazie alle nuove tecnologie e che ogni settimana raccontiamo proprio dalle colonne di Metro. In fondo anche per loro il digitale è un vero e proprio game-changer sociale. Perché consente di dialogare con professionisti di ogni parte del mondo, vendere online, creare sinergie e alleanze, scalare mercati in tempi e modi impensabili nel passato analogico. Ecco allora il digitale che si innesta  nei processi, nelle persone, nella capacità di fare impresa per la generazione wwworkers, quella composta da un esercito di lavoratori della rete che si ibridano con le tecnologie digitali. 
Imprese che si moltiplicano in modo esponenziale grazie ai social media, che diventano nuove piazze dove dialogare e vendere. Business a suon di post e like: ecco perché in molti puntano su Facebook, popolato da ventotto milioni di italiani e nel mondo da cinquanta milioni di imprese, di cui tre sono inserzionisti. Perché di fatto con i media sociali si raggiungono in tempi rapidi pubblici che diventano consumatori. Secondo Deloitte l’87% degli italiani presenti su Facebook ha almeno una connessione con una PMI, contribuendo a generare un impatto economico di 6 miliardi di dollari e una creazione di 70.000 posti di lavoro.

Una rivoluzione vera, ma la politica arranca
E poi c’è l’e-commerce: in Italia soltanto la community di eBay vanta oltre 5 milioni di acquirenti attivi e oltre 30mila venditori professionali, la maggior parte dei quali sono piccole e medie imprese. E c’è di più: con la rete si commercializza ovunque. Numeri che raccontano una rivoluzione che è già in atto. Con una politica che però spesso resta alla finestra. 
«L’Italia è ancora molto indietro sul fronte della digitalizzazione, ma negli ultimi anni qualcosa sembra che timidamente stia cominciando a muoversi», afferma Davide De Luca di Pagella Politica, network al quale è affidato il fact-checking sulle 10 azioni, analizzate con numeri legati alle politiche adottate. Dati che mettono in luce un percorso soltanto avviato e ancora troppo poco strutturato. 

«Nella scuola il governo sta investendo risorse, ci sono state alcune significative liberalizzazioni e semplificazioni come l’accesso al wi-fi nei luoghi pubblici, l’IVA sui prodotti di editoria digitale è stata adeguata a quella dei cartacei e il Senato sta per licenziare due riforme per regolamentare lo smartworking. Molti di questi progetti, però, sono ancora nelle loro prime fasi», conclude De Luca.

 



Giampaolo Colletti
@gpcolletti

 

 

29 Giugno 2016
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