Brexit, Ue ha fretta ma Cameron non comincia subito

UNIONE EUROPEA L’Unione europea non farà ulteriori offerte al Regno Unito per convincerlo a restare nel blocco comunitario, ha dichiarato il vicecancelliere tedesco Gabriel. Il Parlamento europeo, che si riunirà domani in sessione straordinaria, si prepara a chiedere che il processo di uscita del Regno Unito dall’Ue inizi al più presto, magari già al vertice dei leader dell’Unione. In una bozza di risoluzione si chiede di avviare in modo rapido il processo di uscita «per evitare un’incertezza negativa per tutti e per salvaguardare l’integrità dell’Unione».
Invece sarà totalmente diverso l’atteggiamento di Londra che preferisce prendere tempo. In occasione del Consiglio europeo il primo ministro britannico David Cameron infatti non chiederà l’attivazione dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona per l’uscita dall’Unione europea. Cameron si limiterà a illustrare i risultati del referendum.  «C’è comprensione nelle capitali europee per la difficile situazione politica nel Regno Unito», ha spiegato una fonte Ue, dicendo però che le istituzioni Ue si aspettano che l’avvio delle procedure avvenga «al più presto» perché il negoziato sul divorzio possa essere avviato: «è nell’interesse della Ue e anche di Londra».
Intanto vertice a tre a Berlino tra Merkel, Hollande e Renzi per stabilire una posizione comune su come affrontare la crisi causata dalla Brexit. I tre leader si scambieranno le idee su come gestire il processo di uscita del Regno Unito dal blocco comunitario e sulle misure necessarie per rafforzare e riformare l’Ue. Il governo tedesco vorrebbe approfittarne per introdurre riforme al blocco comuitario che potrebbero portare a un’Europa più snella, in cui non necessariamente tutti i Paesi debbano unirsi ai processi di integrazione in tutti gli ambiti. Per Hollande, «Divisi corriamo il rischio di essere separati dai conflitti». 
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