Atm
7:12 pm, 22 Giugno 16 calendario

Atm e l’odissea di Simone Gambirasio

Di: Redazione Metronews
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TRASPORTI Da Cairate (Va) a via Lombardini, Navigli. È il tragitto che Simone Gambirasio, manager con disabilità, compie ogni giorno. Andata e ritorno casa lavoro. Partenza ore 6,30, arrivo ore 9. Se va bene. Perché quando sei su una sedia a rotelle e ti incaponisci a usare i mezzi pubblici, non è detto che il tragitto da A a B sia una retta. O quantomeno, il più breve. Anzi.
«Ho l’incubo del metrò, per questo prendo solo  mezzi di superficie», racconta Gambirasio, «non perché sia claustrofobico, ma perché impazzisco a usare i montascale. Se la M2 fosse accessibile ai disabili, potrei arrivare a Cadorna, prendere la M2 fino a P.ta Genova e quindi fare tre fermate di 74. Invece, mi tocca salire sulla 94 da Cadorna a piazza Resistenza Partigiana, lì cambiare e prendere il 14 fino a piazzale Cantore, quindi salire sulla 74. Al mattino ci metto “solo” un’ora, il pomeriggio va peggio, ne servono due».
 
Il giro assurdo è dovuto al malfunzionamento di molti dei montascale della M2. «Sono vecchi e per fare due rampe, tra scossoni e sobbalzi, ci impiegano anche 20 minuti», racconta «sempre che funzionino. Inoltre, per attivarli, devo citofonare al personale Atm e mi capito di attendere anche 10 minuti per strada. Se ci aggiungi che poi gli addetti devono chiamare la stazione di arrivo per sapere se lì ascensori e i montascale funzionano, capisci perché faccio prima in superficie».
Martedì ha vissuto una giornata “difficile” (oltre i “soliti” inconvenienti, è stato costretto a prendere la M2 fino a Sant’Agostino per poter usare l’ascensore, visto che quello di Cadorna era ko) che ha raccontato su Facebook. Una storia diventata virale.
Non che in superficie siano tutte rose e fiori: «Pensa che alla fermata prima di piazzale Cantore del 14, hanno messo un palo davanti allo scivolo del marciapiede, quindi con la carrozzina non passo!».  Simone è conscio che non esiste una formula magica: «Capisco che  a breve la situazione non possa cambiare, ma almeno potrebbe migliorare: il personale potrebbe rispondere subito ai citofoni. A Londra c’è una app che indica in tempo reale quali montascale e ascensori sono rotti, perché non farlo anche qui?». 
E conclude: «Potrei usare il trasporto privato, ma mi costerebbe 50 euro al giorno e significherebbe arrendersi. Ho molti amici in carrozzina che non usano i mezzi perché hanno perso la speranza. Io invece insisto».  ANDREA SPARACIARI

22 Giugno 2016
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