MAFIA CAPITALE
10:19 pm, 2 Maggio 16 calendario

Mafia Capitale: il verde pubblico senza controlli

Di: Redazione Metronews
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ROMA Gare senza concorrenti e appalti spacchettati per favorire le coop amiche. Un «degrado amministrativo» secondo il viceprefetto Enza Caporale, chiamata a testimoniare, che tutti conoscevano in Campidoglio, ma che nessuno, magistratura a parte, è mai riuscito a fermare.
Al processo Mafia Capitale è arrivato anche il turno della Prefettura di Roma. Nell’aula bunker di Rebibbia, Enza Caporale è stata chiamata a deporre in quanto  membro della commissione d’accesso avviata dall’ex prefetto Giuseppe Pecoraro, in seguito all’esplosione dello scandalo su appalti e malaffare legati alle coop. Caporale ha ricostruito le logiche spartitorie con cui il comune di Roma avrebbe favorito anche le coop sociali vicine a Salvatore Buzzi. Un sistema ben definito, «favorito dall’assenza di una centrale unica degli acquisti e dai controlli aleatori», e riassunto dallo stesso Buzzi in un’intercettazione: «Sono 10 lotti, uno se lo riservano loro, per gli altri nove ce li dividiamo secondo le nostre poporzioni: 50% Lega delle Cooperative, 35% Coop e 15% Agci».
Per la procura, è così che il sodalizio “Mafia capitale” avrebbe messo le mani sul verde pubblico di Roma, nonostante l’ex responsabile capitolino del settore, Claudio Turella, imputato anch’egli nel processo, abbia respinto al mittente ogni accusa: «La procedura degli appalti sul verde era consolidata da anni. Era nota anche ai vertici istituzionali. Nessuna anomalia o favoritismo, quindi. Anzi, Buzzi era addirittura vessato. A lui arrivavano spesso appalti umili che nessuno voleva fare».
MARCO CARTA

2 Maggio 2016
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