Riccardo Bonacina
5:23 pm, 3 Aprile 16 calendario

Terzo Settore, l’Italia altruista ha fretta!

Di: Redazione Metronews
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Finalmente, pochi giorni fa, la Legge delega di Riforma del Terzo settore, impresa sociale e Servizio civile è uscita dalle secche del Senato dove giaceva da ormai un anno. Dovrà fare ancora un passaggio alla Camera causa le tante correzioni al Senato, ma ci auguriamo sia un passaggio formale. Si tratta di una legge attesa da 301mila realtà del non profit italiano (associazioni, cooperative sociali, volontariato), un mondo che mobilita circa 7 milioni di persone disposte a far qualcosa in più del proprio dovere, realtà che offrono servizi per la passione verso il bene comune e l’interesse di tutti e non per perseguire il profitto. Questo pezzo rilevante d’Italia è stato negli ultimi anni umiliato, chiamato a far da croce rossa delle emergenze sociali più diverse attraverso appalti e sempre in una logica emergenziale. Per questo l’annuncio del premier Renzi esattamente 2 anni fa aveva destato tante speranze: il Terzo settore sarebbe diventato il primo, la prima e più importante infrastruttura, quella che produce fiducia, gratuità coesione sociale, beni rari e che non si comprano al supermercato.
Per questo la gioia per l’ok del Senato non spegne l’amarezza per le lungaggini parlamentari e le relative polemiche tra le diverse fazioni che una volta di più (era già successo con la legge sull’omicidio stradale) hanno preferito le ragioni di bottega partitica alle urgenze e speranze dell’Italia migliore.
La legge delega prevedeva e prevede delle cose semplici e necessarie. Innanzitutto una definizione chiara, anche dal punto di vista civilistico, di ciò che non a caso si definiva come “il cosiddetto Terzo settore”. Una definizione che semplificando la stratificazione prodotta da più leggi desse consistenza identitaria la settore e gli facesse guadagnare trasparenza. Un unico registro nazionale invece dei 33 oggi esistenti, una rimodulazione e armonizzazione delle leggi preesistenti, una chiarificazione delle regole del 5 per mille e dei soggetti che vi accedono. Il tutto con l’obiettivo di favorire e valorizzare la libera iniziativa dei cittadini che concorrono, anche in forma associata, a perseguire il bene comune.
Un secondo obiettivo della delega è quello di rendere possibile una vera impresa sociale, capace di crescere e di coinvolgere soggetti pubblici e investitori privati per affrontare sfide come la gestione dei beni comuni (acqua, mobilità, beni culturali). Credo che solo chi vuole tenere assoggettato il non profit alle logiche dell’appalto e della corruzione e chi lo vede come un pericoloso concorrente, possa essere interessato a tenere i soggetti dell’economia in uno stato di minorità. Piccolo non è sempre bello.
Infine, la delega prevede una riforma del Servizio civile che lo apre ai ragazzi stranieri residenti e a tendere lo rende aperto sino a 100mila ragazzi impegnati ogni anno. Si può dire no?
Fate presto, l’Italia altruista aspetta queste riforme.
RICCARDO BONACINA, presidente di Vita società editoriale

3 Aprile 2016
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