Caterina Venturini/libri
4:16 pm, 28 Marzo 16 calendario

Se gli studenti sono pazienti

Di: Redazione Metronews
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LIBRI «Ho insegnato per 3 anni in un ospedale di Roma. Però come accade sempre con la scrittura, i personaggi hanno preso poi la loro strada mescolando realtà e finzione. Mi interessava esplorare il tema del corpo, dell’adolescenza e della mancata accettazione di sé in un momento così importante della vita, quando ci si stacca dall’infanzia e dalle regole familiari e si prova a entrare nel mondo e a farsi amare dagli altri. Una seconda nascita in cui si è perfino più impauriti che da neonati, quando non si ha consapevolezza». Caterina Venturini, 40 anni da Amelia, è l’autrice di “L’anno breve”, romanzo scritto per Rizzoli, in libreria da qualche giorno.
Perché l’anno è breve?
L’anno è sempre breve per la professoressa Ida Ragone, la protagonista del romanzo, poiché lei insegna per 9 mesi da settembre a giugno, ogni volta in una scuola diversa. Nel romanzo si descrive un anno breve molto particolare: dovrà insegnare in ospedale a ragazzi che stanno male fisicamente o psicologicamente. I suoi nuovi studenti sono prima di tutto dei pazienti, molto diversi tra di loro. E sono lì non per imparare qualcosa come a scuola, ma per guarire. Inoltre pur avendo l’insegnante un orario da seguire nei vari reparti non può decidere lei quando fare lezione: è sempre sottoposta a interruzioni altrui, che provengono dai ragazzi perché non si sentono bene o non hanno voglia di fare lezione, o dall’orario delle visite o dalla pulizia della stanza.
Qual è la reazione di Ida Ragone di fronte a questa specie di declassamento del suo lavoro?
Nei primi tre mesi lei impara solo ciò che non può fare per i suoi studenti: non può pretendere che Mattia apra gli occhi fin dal mattino per studiare, né che Andrea le sorrida, o che Leila smetta di fuggire e ricominci a mangiare. Eppure qualcosa succede se Giulia comincia a interessarsi alle vicende di Jacopo Ortis e Franco le chiede consigli d’amore; quei ragazzi non sono poi così diversi dagli adolescenti che ha incontrato a scuola negli anni precedenti, né da com’era lei: una fragile e assai problematica studentessa. Solo in quel momento Ida può far venire alla luce un segreto del suo passato che aveva completamente rimosso e fare pace con la sua adolescenza.
C’è ancora una scarsa conoscenza della scuola in ospedale. Come mai?
Credo che questo dipenda spesso da leggi non ancora così chiare, soprattutto per quanto riguarda i ragazzi dai 14 ai 19 anni che arrivano da scuole diverse e non possono contare su un programma univoco come accade con la scuola dell’obbligo, uguale per tutti. Spero che questo libro possa servire anche a far conoscere questa realtà.
TONY SACCUCCI
 
 
 
 
 
 

28 Marzo 2016
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