Maurizio Guandalini
6:04 pm, 28 Marzo 16 calendario

Elezioni americane Un puzzle che ci riguarda

Di: Redazione Metronews
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Gli Stati Uniti anticipano tendenze. Anche in politica. Le presidenziali di novembre le vincerà Hillary Clinton.  Quello che ci interessa, però, è la tendenza. Perché, nel tourbillon americano, c’è molto di quello che sta avvenendo in Casa Europa, con la sconfitta della Merkel e la trionfante ascesa dei nazionalisti, nelle ultime elezioni regionali tedesche, e  in Casa Italia. Trump, che ha copiato pari pari Berlusconi quando “scese in campo”,  strombazzando la solfa cantilenante che non è un politico e che ha creato posti di lavoro,  sarà  il candidato di tutti i repubblicani. Trump  è il faro del nostro Salvini, capomastro leghista e twittarolo del go-go Donald. Quello, però, che sta accadendo è un suffumigi della crisi della destra moderata americana orientata verso un agitprop delle folle che calca su paure e conservatorismo da saloon. Stiamo parlando di reputazione, “I’vo cercando”, della prima superpotenza al mondo. Se Trump non si ammorbidisce un po’ (la squadra che gli girerà intorno, in caso di vittoria alle presidenziali, non è infima; lo stesso avvenne quando l’attore Reagan,  Presidente nel 1981, scelse uno staff conservatore fino sopra ai capelli, ma di livello)  gli Stati Uniti cercheranno disperatamente gli anticorpi per far fuori il miliardario dalla nomination repubblicana. Ma la crisi della classe dirigente è così profonda che alla fine, obtorto collo, tutti si attaccheranno al laccato ciuffo biondo. Hillary, che in Italia è il nostro Renzi, a fianco ha un Sanders che parla di socialismo (comunismo?) infarcito di utopia e sogno, scaduto, che gli americani, molto pratici, non abbracciano di slancio. Sanders, il nostro Vendola, o il Corbyn leader laburista inglese è un fenomeno sospeso, più da circoli intellettuali radical chic, anche in Europa, che qualcosa di diffuso e convinto negli States.
La lezione americana ancora non c’è perché il finale, cioè chi andrà alla Casa Bianca, rimane un busillis. La crisi, i pericoli finanziari e sociali, come l’immigrazione, spezzano l’opinione pubblica mondiale. L’incertezza dell’esito del referendum, pro o contro Europa, in Gran Bretagna, è la conferma che il fai da te può essere una alternativa per uscire dalle secche. E sta svanendo l’idea che a decidere sia il moloch moderato degli elettori perché il ceto medio, anche se non è sempre vero, insiste nel dire che sta male e si sente accerchiato. Paradossalmente la Clinton vincerà perché figlia dell’establishment, perché non c’è alternativa, perché gli Usa vogliono mantenere la leadership del mondo.
MAURIZIO GUANDALINI
Economista e giornalista
 

28 Marzo 2016
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