Caos governo belga ministri dimissionari

15.00. Un mandato di arresto internazionale per Khalid El Bakraoui, il kamikaze della metropolutana di Bruxelles, era stato emesso l’11 dicembre 2015 dal giudice istruttore incaricato delle indagini sugli attentati del 13 novembre a Parigi. Lo ha comunicato la procura federale belga, citata dall’emittente RTL.
BRUXELLES  Dopo il caos terroristico, in Belgio scoppia quello politico. Giovedì pomeriggio è in programma una riunione ristretta dei ministri del governo che mira a chiarire perché le autorità belghe non abbiano preso alcun tipo di provvedimenti dopo l’espulsione dalla Turchia all’Olanda di Ibrahim al-Bakraoui, uno dei kamikaze dell’attentato all’aeroporto internazionale di Bruxelles.
Mercoledì il presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva infatti reso noto che le autorità di Ankara arrestarono ed espulsero in Olanda lo jihadista, e che non solo l’Olanda, ma anche il Belgio, furono avvisati del fatto che fosse un “foreign fighters”. «Uno dei terroristi è stato arrestato dalla nostra polizia a Gaziantep lo scorso giugno e rimpatriato in Olanda», aveva detto Erdogan, «e il 14 luglio fu inviata un’informativa all’ambasciata belga e alle autorità olandesi», ha aggiunto
«Il governo è pronto a fare piena luce, evitare zone d’ombra e lavorare con il Parlamento», ha assicurato in mattinata il premier belga Charles Michel che intanto ha respinto le dimissioni sia del ministro dell’Interno, Jan Jambon, sia quelle del ministro della Giustizia, Koen Geens, affermando che «occorre restare uniti in momenti così difficili».
Ma la situazione rimane tesissima: in mattinata i capigruppo alla Camera e i rappresentanti dell’opposizione hanno chiesto l’istituzione di una commissione di inchiesta per chiarire quello che poteva essere fatto e non è stato fatto per evitare gli attentati del 22 marzo. I partiti della maggioranza sono divisi e in particolare sono contrari i liberali francofoni e i democristiani fiamminghi. METRO