Maurizio Guandalini
4:35 pm, 16 Marzo 16 calendario

La penisola dei morti di fama

Di: Redazione Metronews
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Nel 2009, una inchiesta fatta tra giovani e giovanissimi, rilevò che il loro primo desiderio era quello di andare almeno una volta in televisione.  Da allora si va per social, selfie e bacheche, a go-go, praticamente il  tinello di casa a due pollici e un mignolo. Però l’ansia di celebrità, in tv, anche per un minuto soltanto, è rimasta. E i morti di fama che accampano in programmi come l’Isola dei famosi sono la conferma che ci riguarda: fare di tutto pur di comparire, dove gli stereotipi, scriveva su questa pagina il collega Matteo Grandi, si sono trasformati in realtà. Siamo proprio fatti della stessa sostanza dell’Isola? Mi stupirei del contrario. La tv, da sempre, dà l’illusione,  di fare un lavoro dove sei riconosciuto e dove si può prendere un po’ di quattrini. Nel Paese dove prevalgono le raccomandazioni, le vie più semplici e facili, per trovare lavoro, volete che non si guardi adorante la passerella televisiva? La trasmissione tv di grande ascolto diventa un punto d’arrivo per la gente comune. D’altronde i partecipanti al gioco de l’Eredità, quando perdono, dicono , perché, poi, quando ritornano al paesino sono riconosciuti, vezzeggiati, salutati come eroi. Ma come tutte le feste sono belle perché durano poco. Infatti la tv è micidiale: la presenza deve essere rinfrescata e quindi continuata. La passione per il mezzo che dà notorietà è direttamente proporzionale al baratro dell’anonimato in cui si cade in pochissimo tempo se non stai in tv. Da qui nascono trasmissioni come l’Isola dei Famosi, gente dal  veloce passaggio televisivo o dalla carriera passata in archivio da tempo.  Più sei sconosciuto meglio è. Infatti, oggi, la tv la fa la gente comune, da C’è posta per te passando da Barbara d’Urso e terminando ai talk. L’occasione fa il ladro…di fama. Ci vuole poco a sconfinare nel dramma o nella follia. Sai già che ti vengono a cercare per una intervista. E’ il meccanismo dei seriosi talk tv da sempre malvisti da Eco che privilegiava l’anonimato per nobilitarsi. I salotti politici sono tenuti su da morti di fama che recitano la parte degli opinionisti – quelli a favore, quelli contro – secondo un copione, un format che ha sempre funzionato. Chi partecipa raggiunge la celebrità del giorno dopo,  con amici e parenti che mandano sms o ti fanno una telefonata per dirti che ti hanno visto o, ben che vada, se hai fatto fino in fondo la parte in commedia, urlando o dando di matto, approdi sui siti internet più cliccati. E’ un dare-avere. Tu dai qualcosa a me, io do qualcosa a te.
MAURIZIO GUANDALINI, economista e giornalista

16 Marzo 2016
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