Maurizio Guandalini
3:46 pm, 24 Febbraio 16 calendario

Liste d’attesa gonfiate anomalia o reato?

Di: Redazione Metronews
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«Ticket e liste d’attesa. Le cure sono un lusso», così la prima pagina di Metro. La Regione Lombardia ha costruito il suo mito sull’efficienza della sanità. Il modello lombardo, si dice. Noi, avendo avuto a che fare con gli ospedali, ci siamo sempre chiesti dov’era tutto questo splendore a quattro stelle quando, ad esempio, per fare una cataratta, la lista d’attesa ha toccato un anno tondo tondo. Si lavora sull’immagine. Sul sentito-dire-che-magnifica-anche- quello-che-non-c’è: ma quanto sono bravi nella sanità lombarda! In verità, poi, tra i cittadini è già passato un altro messaggio, cioè che le liste d’attesa  sono taroccate,  lunghe e infinite, e che, se hai una urgenza,  tocca arrangiarsi, andando dal privato. Addirittura, molti, non passano nemmeno più dai cup degli ospedali, vanno direttamente dal privato, sempre chi può, naturalmente. Enrico Lucci, per  le Iene, ha seguito il ‘turismo’ dentario degli italiani in Croazia: per fare un impianto anche di qualità superiore, rispetto all’Italia, ci vogliono 3 giorni e un terzo in meno di spesa quando, da noi, il tempo richiesto si aggira sui nove mesi, con costi che lievitano a cifre stellari. Perché queste anomalie stranote  non sono mai state risolte? Il lascito è sui giornali, conferenze stampa dove promettono che stanno facendo, che qui è tutto al top.  Un po’ come per i treni regionali: aumentano i biglietti perché stanno arrivando, i soliti, sempre quelli, treni nuovi. Chi li ha mai visti i treni nuovi? Lo scandalo della sanità in Regione Lombardia non è solo traffico di conti correnti e mazzette (che hanno coinvolto politici, certo, ma anche funzionari e dirigenti della pubblica amministrazione: il 17% degli sprechi pubblici sono dovuti a corrotti e tangenti) ma, questo scandalo, fa carne da macello di un diritto sacrosanto, come quello della salute dei cittadini. Gonfiare le liste d’attesa negli ambulatori pubblici, spingendo i cittadini, che possono, ad andare negli studi privati e, chi non può, a tenersi la vecchia dentiera, e il mal di denti, è un reato criminale.
MAURIZIO GUANDALINI, economista e giornalista

24 Febbraio 2016
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