Matteo grandi
11:04 pm, 9 Febbraio 16 calendario

Un Sanremo Arcobaleno

Di: Redazione Metronews
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Nonostante le polemiche infuocate che l’hanno preceduto, nonostante l’attacco frontale del membro della commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi, “il Goebbels del renzismo”, al direttore di Rai Uno, Giancarlo Leone, proprio nel giorno del via, nonostante Gabriel Garko, il Festival è ha preso il via, più nazionalpoplare che mai. Sarà vero festival? Ai posteri l’ardua sentenza. Per il momento, qualche nota a margine: dopo un avvio più veloce del previsto (incursione di Giuseppe Ottaviani a parte), il ritmo si è perso presto nelle sabbie mobili del finto ritmo di Carlo Conti, uno che riesce a essere lento pure quando corre (comunque sempre meglio di Fazio che alla lentezza univa pesantezza in quantità newtoniane). Per il resto c’era molto di quel che non ci vorremmo, ma che ci deve essere: retorico quanto basta, sobrio nella scenografia, schizzofrenico nel livello dei cantanti (con validi artisti e belle performance alternati a teen idol impresentabili e canzonette da Festivalbar). Azzeccatissima invece la scelta della comica che affianca il conduttore (Virginia Raffaele ha una marcia in più di suo, camminare sulle macerie del ricordo di Siani e Pintus la fa sembrare Cristo che cammina sulle acque). Fra le note positive: l’uscita di Mamma Rai dal cerchio magico della democrazia cristiana. Incurante delle polemiche l’ammiraglia del servizio pubblico ha portato sul palco Elton John (nonostante le accuse di esserselo giocato come carta pro unioni gay) ha tollerato il fiocco arcobaleno attaccato al microfono dei cantanti e presentato per la prima volta una valletta rumena. Con buona pace di Gasparri.
Fra le note negative: gli smoking di Garko e Carlo Conti (un look che neanche due pensionati di Forcella Ionica in vacanza premio a Las Vegas), Aldo, Giovanni e Giacomo ombre del fulgido trio comico che furono che hanno presentato  sul palco una carrellata di sketch direttamente dal paleolitico (una cosa in bilico fra il grottesco e l’imbarazzante). Il fatto che manchino ancora quattro serate alla fine può essere un grandissimo bene o un grandissimo male, con l’ago che pende leggermente verso la seconda ipotesi. Promosso: Giovanni Caccamo, vincitore delle nuove proposte 2015, intenso e toccante. Rimandata: Madalina Ghenea, bella ma diversamente interessante. Bocciata: Laura Pausini, una statua votiva agli anni ’90, di cui, in un Sanremo che ambisce a guardare in avanti, non si sentiva il bisogno.
MATTEO GRANDI
Giornalista e blogger
 

9 Febbraio 2016
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