Alessia Chinellato
3:20 pm, 24 Gennaio 16 calendario

#Overdose da web Genitori: che fate?

Di: Redazione Metronews
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Nel 2015 un quindicenne perugino era stato colto da amnesia. Ritrovato dalle forze dell’ordine, non era in grado neanche di identificarsi. A forza di chattare e guardare video su Youtube era andato in loop, come si dice in gergo. Un apoptosi del cervello, per colpa del computer. 
Del problema si stanno occupando, con un centro creato ad hoc, specialisti del Policlinico Gemelli di Roma, dove bambini -anche in tenerà età- vanno a disintossicarsi dalla dipendenza eterica.
Sembra questa, in breve, una delle malattie del futuro. Sottovalutata e pericolosissima. Come troppa TV ha reso i bambini obesi e casalinghi, così troppo web rischia di ritornarci dei figli silenziosi e assenti, incapaci di costruire delle relazioni sociali e di giocare con propri pari, fisicamente intesi.
I bambini italiani dai 7 agli 11 anni navigano come minimo un’ora al giorno e giocano fino a due ore, andando in un mondo “altro”,  capace di escluderli dalla vita familiare. Oltre il 50% degli adolescenti (12/18 anni) usa Facebook e Twitter sul cellulare collegandosi compulsivamente, fino a 4 ore al giorno (16,2%).
Esigua la fetta di minori che non naviga, pari a solo il 4,3%.
Un mondo di solitudine, dove si rifugiano e navigano mutamente. In preda alla noia e a scatti di nervosismo, se allontanati dal palmare o computer. Troppo spesso genitori super impegnati delegano al web le proprie veci, lasciando che il mezzo eterico ipnotizzi i propri figli.
Il Centro pediatrico interdipartimentale per la psicopatologia da Internet ha visto passare in visita – fino ad ora – circa 1200 ragazzi. Sconosciute le ricadute fisiche e comportamentali che deriveranno da questi nuovi comportamenti. Basta guardare i ragazzi fermi alla fermata dell’autobus per comprendere che adottano una postura sbagliata, tutta proiettata sullo schermo del telefonino. Per non parlare degli occhi,  spesso arrossati, per la eccessiva permanenza davanti al mare di pixel che Internet offre.
Molto bisognerebbe lavorare anche sui genitori di questi giovani alienati, troppo spesso incapaci, di educare la propria progenie.
ALESSIA CHINELLATO, giornalista

24 Gennaio 2016
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