Maurizio Zuccari
4:17 pm, 21 Gennaio 16 calendario

Belpaese, un futuro da fossili

Di: Redazione Metronews
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C’è pure un sito, Trivadvisor, che sulla falsariga del più noto portale di viaggi & ristoro ironizza sulla bellezza d’avere trivelle a vista sui panorami (ancora) mozzafiato d’Italia. Saranno state le oltre 20mila sottoscrizioni sul portale di Greenpeace, o le 60mila firme raccolte dai Verdi su Change.org, la piattaforma di petizioni online. Insomma, le pressioni dei contrari a far sì che la Corte costituzionale abbia accolto almeno uno dei sei quesiti referendari – quello sulla durata delle perforazioni – proposti dalla decina di regioni che chiedono lo stop alle trivellazioni. Ma le prospezioni al largo delle nostre coste si faranno, al di là della durata e in barba alla volontà di enti locali, associazioni e atenei che da mesi combattono contro «una vergogna e una follia», per dirla come Michele Emiliano, presidente della regione Puglia. Ex magistrato in quota Pd, capintesta nella battaglia contro il premier del suo partito per un via libera nel decreto Sblocca Italia che oltre ai rischi ambientali non tiene conto delle ripercussioni per l’industria ittica e il turismo.
Dal progetto Ombrina, al largo dei trabucchi di San Vito, in Abruzzo – dove la giunta, sfilandosi, si è rimangiata la volontà del consiglio – alle Tremiti, è tutto un pullulare di zone da perforare & trivellare. Anche con tecniche invasive quali l’air gun o il fracking (onde d’aria o d’acqua sparate a pressione nel sottosuolo). Un fiorire di concessioni a compagnie per lo più estere – Global Med, Petroceltic, Schlumberger – a prezzi stracciati. Un paio di migliaia di euro l’anno per un venticinquennio che il sindaco delle Tremiti, Antonio Fentini, accoglie caustico: «Se servono a risanare il bilancio dello stato, ben vengano».
Oltre al dono natalizio ai petrolieri di 400 chilometri quadri vista Tremiti, le autorizzazioni del Mise, il ministero dello Sviluppo economico, ne concedono altri 8.800, da Pantelleria al Golfo di Taranto. Nel complesso, in Italia i permessi di ricerca per idrocarburi sono oltre un centinaio e riguardano un’area di 36.462 chilometri quadrati, in gran parte sulla terraferma. Come Campania e Lombardia messe assieme, sottolineano gli ambientalisti. Che denunciano come questo non debba essere un paese per fossili dalla vista corta e dalla vita inquinata, ma un Belpaese dove puntare su energie rinnovabili, per salvare il salvabile e in nome di uno sviluppo alternativo, reale e possibile. Difficile dargli torto.
MAURIZIO ZUCCARI, giornalista e scrittore
 

21 Gennaio 2016
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