Luchetti racconta Papa Francesco
CINEMA C’è chi di Papa Bergoglio ha detto che faceva colazione in piedi con una banana. In molti che lo conoscevano avevano tanto da dire a Daniele Luchetti volato a Buenos Aires per capire come realizzare il primo film su un Papa vivente: «All’inizio non trovavo nulla di interessante, nessuna ipotesi narrativa – confessa il regista– poi l’idea è arrivata quando una persona mi ha detto che lui era sempre preoccupato. La chiave del suo divenire stava lì».
Così è nato “Chiamatemi Francesco”, dal 3 dicembre al cinema e che diventerà film tv in 4 puntate per il resto del mondo. Film «realizzato senza consulenze, perché abbiamo cercato di far leggere la sceneggiatura in Vaticano, ma nessuno ci ha risposto».
Ma deve essere piaciuto, visto che martedì prossimo sarà proiettato in Vaticano. E perché non avrebbe dovuto? Incentrata sul periodo buio dell’Argentina, tratteggia un Bergoglio difensore dei perseguitati, una risposta a quanti lo accusano di esser stato troppo morbido con la dittatura. «Sono stato avvicinato anche da chi lo accusava, ma ho ascoltato altre voci e poi io non posso non appoggiare il mio protagonista». SILVIA DI PAOLA
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