RomaFictionFest
5:02 pm, 11 Novembre 15 calendario

I cento passi di Lea servano da esempio

Di: Redazione Metronews
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TV. Avere il coraggio di denunciare la tua famiglia, il tuo compagno padre di tua figlia e di dire addio a tutto il tuo universo. Lea Garofalo ebbe quel coraggio. E oggi Marco Tullia Giordana, il regista de “La meglio gioventù” e de “I cento passi” racconta la sua storia. Che inizia nel 2002, quando Lea Garofalo decise di testimoniare sulle faide tra famiglie di ‘ndrangheta, denunciando i familiari. Ma, nel 2009, sospesa dal programma di protezione, Lea sparì a Milano senza lasciare tracce. La figlia Denise, ancora minorenne, continuò la sua battaglia. Ebbe il coraggio di costituirsi parte civile contro il padre che, come più tardi fu provato, aveva fatto torturare la madre prima di darle fuoco.  
La storia quindi è storia di una ribellione da madre a figlia: una ribellione di donne. Come dice il regista di questo “Lea” che apre il Romafictionfest e che il 18 vedremo su Rai1, interpretato da Vanessa Scalera e da Linda Caridi nei panni della figlia: «Lea si ribella e cambia vita in nome dei figli, del futuro. E sceglie un mondo in cui gli uomini hanno perso credibilità e le donne sono le sole portatrici di valori. In questo senso direi che l’elemento rivoluzionario è femminile».
Vuol dire che la speranza di un cambiamento viene naturalmente dalle donne?
«Sì, e sono loro ad aprire la vera frattura in un contesto omertoso. So che Lea aveva fatto vedere “I cento passi” alla figlia, dicendo che lei avrebbe fatto la stessa fine di Peppino Impastato che osò anche lui denunciare. Don Ciotti ha rivelato che, dopo Lea, è stato avvicinato da molte donne impaurite ma desiderose di spezzare la catena di un mondo che sembra impenetrabile. Vorrei che il film riuscisse a raccontare questa forza e l’esempio che Lea ha saputo dare a sua figlia e a tante donne nella loro stessa situazione». 
SILVIA DI PAOLA

11 Novembre 2015
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