Maurizio Guandalini
6:00 pm, 1 Novembre 15 calendario

Expo, noi ci accontentiamo della bella figura

Di: Redazione Metronews
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OPINIONE. A Expo non sono andato. Le code mi hanno bloccato a casa. Andare a Expo e non trovare gente che gusto c’è? Quindi, diciamola giusta: entusiasmo e curiosità non mi hanno sfiorato. Sono uno sleeper nato,  di mio. Allergia a mille per i decumani con orde di persone in preda al ‘grande esodo’. Vero, dirà qualcuno, affaracci miei perché ben ventidue milioni di ingressi, per la stragrande maggioranza italiani, del Nord, e in coppia, hanno decretato un successo fuori da ogni previsione della manifestazione milanese. Bravi a coloro, pochi, che ci hanno creduto.
Alla vigilia, dalle nubi, cadevano presagi grigi, color canna di fucile: il magna-magna, le tangenti, il ritardo lavori, i black bloc al primo giorno dell’inaugurazione. Gufi  in alta uniforme. Una sfiga che si è presentata anche in questi giorni del grande finale con la profezia dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che mangiare carne (dalle bistecche al prosciutto) ci spedisce alla svelta nell’aldilà. Per un Expo dedicato al cibo non è il top. Si sa per ogni iniziativa che si fa c’è l’esercito dei negazionisti del successo. Rancori, malumori, mancata entrata in passerella, c’est la vie. A poche ore dalla chiusura dei cancelli ci prendiamo la licenza di dire un liberatorio: ci voleva! E anche no.
È stata una iniezione di fiducia (ai livelli di pre-crisi) per l’Italia  nel momento dell’aggancio alla ripresa economica. Un’Italia con l’abito della festa, che ce la fa, che non scherza, che fa girare tutto come si deve, che fa relazione, un giorno ospita la Merkel, l’altro giorno Hollande e poi Putin e la moglie di Obama. Serve, tutto fa brodo.  E stata, poi, rivalutata Milano come capitale del commercio, dei servizi, dell’industria e dell’entusiasmo: vieni nella città del Duomo e ti riprometti di venirci ancora. Milano capitale morale,  ha detto Cantone. Quando si chiude la cler di eventi come Expo ti chiedi: e dopo? Sono manifestazioni desuete, la loro forza d’urto è relativa. Non sono più fiere commerciali e del business perché sul mercato c’è di meglio, e più specialistico, in tanti paesi, per diverse volte l’anno; non sono nemmeno dei summit che cambiano o decidono le sorti di chissà che. In altri paesi Expo è stata l’occasione per fare investimenti infrastrutturali faraonici che hanno cambiato le città (vedi Barcellona).
Noi ci accontentiamo della ‘bella figura’. Essere ritornati a fare bella figura. E se ci pensate bene è una iniezione di fiducia che ha già inciso sul Pil. Statene pur certi che, con le debite distanze spirituali, il Giubileo che parte l’8 dicembre ci darà le stesse soddisfazioni e Roma ritornerà capitale morale pure lei.

1 Novembre 2015
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