Maurizio Baruffaldi
6:44 pm, 7 Settembre 15 calendario

L’obbligo di credere nell’uomo

Di: Redazione Metronews
condividi

Quest’anno siamo stati in Croazia. Ci vanno tutti, abbiamo provato anche noi. La Grecia, sovraesposta in tutti i sensi, meritava una pausa. Un bel viaggio di mille chilometri fino a Ploce, poco prima di Dubrovnik.
A Ploce abbiamo alloggiato un giorno, prima di imbarcarci per una minuscola isola dalmata. Incalzato dalla mia invadente curiosità, e dopo un paio di bicchieri, il croato che ci ha affittato l’appartamento si è sfogato in un inglese minimal e aspro. L’odio diffuso per la creatura di Tito; l’insonnia invincibile che ha lasciato la guerra; la Croazia che è – sarebbe – di cultura mitteleuropea: “Jugoslavia, Comunismo, Polizia” li pronunciava in fila, e con disprezzo. Prima di cena ci siamo seduti sul lungomare a fare un paio di foto al piccolo porto dove quell’uomo ha vissuto da sempre. Dominava il profilo di case anonime un enorme palazzone grigio. Un monolite di centinaia di appartamenti in serie, simili alle caselle di una cartelletta della tombola. In quella monumentale costruzione color pietra sembrava resistere l’idea del comunismo. La presunta uguglianza, disumana. La violenza estetica che diventa morale.
E davanti all’esodo di questi giorni rifletto sulle rovine ideologiche del novecento e sulla loro guarigione. Penso che dove c’è stato il delirio nazista, inspiegabile orrore psichiatrico, oggi si accoglie. Dove il fascismo, vile e opportunista, ci si prova. Dove il comunismo, si respinge. Poi vado ad aprire il jpg con la foto dello scempio architettonico di Ploce: lo faccio per consolarmi. Perché tra tutti i balconcini vuoti come caverne, alcuni, anche se pochissimi, sono pieni di fiori. Esplosioni di colore, schiume psichedeliche su sfondo antracite. La natura dell’uomo, creativo e diverso, lampeggia.
MAURIZIO BARUFFALDI
Giornalista e scrittore

7 Settembre 2015
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo