Pugilato
9:20 pm, 23 Luglio 15 calendario

Il pugilato nella Capitale Dal 1960 ad oggi: passione viva

Di: Redazione Metronews
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C’erano una volta a Roma i favolosi anni Sessanta, con le palestre di pugilato piene e il Palasport sold out per le riunioni di Rino Tommasi…
 Le Olimpiadi che avevano inaugurato il decennio si erano dimostrate un volano pubblicitario straordinario per la disciplina, rendendola lo sport più seguito in Italia insieme al calcio. Il mediomassimo di Anzio Giulio Rinaldi (nella foto, ndr) era un’autentica vedette, capace di richiamare folle di ammiratori da ogni angolo della Capitale per assistere alle sue battaglie contro il leggendario Archie Moore o contro Calderwood, e, più in generale, tutto il movimento sembrava aver trovato all’ombra del Cupolone un’isola felice, fatta di grandi nomi e di una frenetica programmazione. Ma il legame che univa la Città Eterna e i guantoni non era certo una novità: già nei primi decenni del secolo scorso, infatti, questa “storia d’amore” aveva scritto belle pagine di sport con incontri e personaggi passati alla storia. Basti pensare al mondiale dei massimi tra Primo Carnera e Paulino Uczudun, che il 22 ottobre del 1933 portò a Piazza di Siena decine di migliaia spettatori (alcune cronache parlarono addirittura di centomila presenze), ma anche ai tanti campioni romani che si distinsero prima della Seconda Guerra Mondiale, come Enrico Urbinati, Enrico Venturi e l’idolo delle donne, Enzo Fiermonte. E come dimenticare, in anni più recenti, le grandi riunioni organizzate da Renzo Spagnoli, i titoli mondiali conquistati dai supermedi Mauro Galvano e Vincenzo Nardiello o gli incontri internazionali con protagonista il massimo leggero Vincenzo Cantatore?
Di questi fasti oggi rimane poco, anche se, è doveroso sottolinearlo, in città la passione per la noble art non si è affatto spenta. Il problema più rilevante, naturalmente, risiede nella congiuntura economica del periodo che sempre più di rado, qui come nel resto del Paese, permette una continuità organizzativa dai grandi numeri. C’è poi da sottolineare un notevole calo di appeal della boxe, che, se da un punto di vista non agonistico ha riportato in storiche palestre come l’Audace, la Fiermonte o la Casalbruciato un po’ di praticanti, a livello professionistico fa molta fatica. In mezzo a tutte queste difficoltà, merita di essere segnalata l’attività svolta dalla BBT di Davide Buccioni, che da tempo rappresenta un punto di riferimento per gli appassionati capitolini, con una qualità dei programmi e degli interpreti sempre apprezzabile. E i protagonisti, i pugili? Roma e dintorni, nonostante tutto, continuano a sfornare atleti di buon livello, alcuni dei quali ai vertici nei ranking continentali e mondiali. È il caso di Emiliano Marsili da Civitavecchia, che dopo aver conquistato e difeso più volte la corona europea dei leggeri è in attesa di disputare un titolo di sigla. Imbattuto in 32 incontri, questo 38enne può essere considerato il miglior pugile italiano in attività insieme a Leonard Bundu. Immediatamente dietro di lui, l’attuale campione EBU dei superleggeri Michele Di Rocco, gitano umbro di stanza a Roma, che sta scalando i vertici della sua divisione di peso e che presto potrebbe avere anche lui una chance per la massima cintura. Nonostante le 44 primavere sulle spalle, è ancora sulla breccia anche l’altro civitavecchiese Gianluca Branco, fratello dell’ex campione dei mediomassimi Silvio e valoroso avversario di fuoriclasse del calibro di Miguel Cotto e di Arturo Gatti. Campione europeo dei welter, a dispetto dell’età,  continua a rappresentare un grande esempio di dedizione. Dietro questi tre nomi, ci sono altri ragazzi che meritano di essere segnalati. Innanzitutto il peso medio Emanuele Blandamura, che pochi settimane fa a Milano ha fallito l’assalto alla corona europea al cospetto del duro francese Michel Soro. Poi l’attuale campione intercontinentale WBA dei mediomassimi, il romano Mirco Ricci, che sembra finalmente aver trovato le giuste motivazioni per farsi largo fra le dodici corde (come dimostra anche la brillante ultima difesa del titolo al Mondofitness di Tor di Quinto). A seguire, occhi puntati su Giovanni De Carolis, anche lui campione intercontinentale IBF tra i supermedi e con una posizione di classifica internazionale che legittima grandi speranze. Infine, una menzione particolare al campione italiano dei superwelter Emanuele “Ruspa” Della Rosa, che dopo gli sfortunati tentativi per mondiale ed europeo, punta a riguadagnare quanto prima palcoscenici prestigiosi.
Insomma, la Roma pugilistica è ancora viva: speriamo torni presto il sereno.
DOMENICO PARIS

23 Luglio 2015
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