Claudio Camarca
6:00 pm, 25 Giugno 15 calendario

Scuola, scaricabarile come sport nazionale

Di: Redazione Metronews
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Sgombriamo subito il campo. Tutti noi abbiamo per amico un Maestro. Nel mio caso, una insegnante delle elementari. Ventidue anni che ci frequentiamo. Che la sento raccontare gli orrori quotidiani in cui è costretta. Sisifo in gonnella con lo sguardo rivolto all’orizzonte, amica di grande parte degli alunni che poi sono cresciuti. Ma per quanto ci riguarda, oggi parliamo di altri insegnanti. Non certo il Maestro Manzi né i Maestri dei vicoli napoletani tantomeno della scuola di Barbiana. No. Qui parliamo di quelli che prendono due anni di aspettativa per maternità; dei professori di inglese che non parlano in inglese; degli insegnanti di educazione fisica sepolti dietro il CorSport; di quelli che per malattia si imboscano per un triennio; di quelli che non assegnano i compiti scritti evitandosi così di correggerli a casa; di quelli che scioperano ogni due per tre e poi te li ritrovi in piscina; di quelli che semplicemente non sanno insegnare perché odiano quei figli di papà rintanati nei banchi; di quelli frustrati per non essere riusciti, nell’ordine: a diventare scrittori, professori universitari, pittori, scultori, giornalisti, senatori/deputati, poeti, magari santi navigatori ed eroi; di quelli che notano l’andazzo del collega ma non dicono niente per spirito di corpo; di quelli che si assentano per fare la spesa e di quelli che “assolutamente la cattedra a 100 metri da casa!” e di quelli inserrati a digitare sui tasti del cellulare per l’intera durata della lezione; di quelli che in fondo se ne fregano, timbrano il cartellino e prendono lo stipendio e le vite dei ragazzi gli scivolano tra le dita. A detta della mia amica Maestra, tutti costoro rappresentano la gran parte dei suoi colleghi. Sono stato studente, quindi padre di due ragazzi: avrò conosciuto nella mia vita qualcosa come 70 insegnanti: quanti di loro rimangono alla memoria? Pure, negli ultimi tempi, tutti i professori della Repubblica si sono mascherati da umiliati e offesi della Terra sfilando in cortei, ammanettandosi ai cancelli, minacciando scioperi a oltranza, digrignando contro il Governo. Ripetendo per filo e per segno quanto compiuto anni precedenti dai tassisti dai farmacisti dai camionisti dai giornalai: Bersani ne sa qualcosa. Quando si tenta di allargare il mercato premiando attraverso criteri valutativi e cercando di intaccare le difese corporative, scatta la rivolta, si grida al sopruso. Come cavalli indotti dai paraocchi a camminare su sentieri battutti da decenni, che hanno portato i giovani di questo Paese a emigrare cercando studi di qualità, i nostri maestri desiderano procedere come niente fosse: gridando contro il Ministro di turno, quasi che nella scuola non avessero voce. Possibile che mai venga in mente un filo di autocritica? Possibile che credano seriamente che le colpe del dissesto scolastico, di questo analfabetismo di ritorno, del fatto incontrovertibile che salvo alcuni casi, la figura del Maestro abbia perduto quel ruolo centrale che solo pochi decenni prima aveva agli occhi degli alunni e in seno alle famiglie, siano causate esclusivamente da qualcun altro? Eh: siamo sempre il Paese dei sorrisi stanchi di Flaiano: lo scaricabarile come sport nazionale.
ClLAUDIO CAMARCA
regista e scrittore

25 Giugno 2015
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