Sciopero record
9:50 pm, 5 Maggio 15 calendario

Germania paralizzata Treni fermi sei giorni

Di: Redazione Metronews
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BERLINO Questa sì che è una notizia: la Germania fa sciopero. Si fermano i treni, e bloccano un intero Paese per sei giorni. I macchinisti hanno già fermato i treni merci lunedì  e da ieri lo stop coinvolge anche quelli passeggeri. Fino a domenica.
È lo sciopero più lungo della storia delle ferrovie tedesche. Il braccio di ferro vede contrapposti il sindacato Gdl e la Deutsche Bahn, le ferrovie tedesche privatizzate. I sindacati chiedono l’aumento salariale del 5% (la società  offre un incremento del 4,7% in due round e l’una tantum di 1000 euro: proposta già rifiutata), il limite di 50 ore annuali agli straordinari e  una riduzione dell’orario da 39 a 37 ore settimanali). Da quando le trattative con Deutsche Bahn sono iniziate,  dieci mesi fa,  Gdl si è astenuto dal lavoro già otto volte. La stessa Angela Merkel,  pur senza voler «intervenire direttamente», ha fatto sapere che la strada della mediazione è l’unica percorribile. Anche perchè, va detto, la presa di posizione dei macchinisti potrebbe avere un costo di  500 milioni,   lo 0,1% del Pil del trimestre. Ma sul tavolo delle trattative  non ci sono soltanto gli aumenti e la riduzione d’orario.  A fare da sfondo a questa vicenda c’è  soprattutto una delicata questione di rappresentanza sindacale. La sigla Gdl, infatti, rivendica il diritto di rappresentare non solo i macchinsiti ma tutto il personale  viaggiante. Dal 2010, dopo una pronuncia della Corte Federale del Lavoro, in una stessa società i diversi sindacati possono condurre trattative e concludere accordi rappresentando solo i propri iscritti. Gdl sostiene di rappresentare non solo i macchinisti  «ma anche il resto del personale viaggiante»:   cosa che non vede d’accordo Deutsche Bahn. Nell’ottobre scorso il ministro del Lavoro Andrea Nahles, ha presentato un disegno di legge che dà la prevalenza al sindacato con più iscritti. Una soluzione che metterebbe all’angolo Gdl. E che, c’è da giurarci, farà ancora discutere.
METRO

5 Maggio 2015
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