L'opinione
9:09 pm, 15 Aprile 15 calendario

I soliti indignati e la solita politica

Di: Redazione Metronews
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IL COMMENTO Ver-go-gna! Politici, commentatori, intellettuali si sono passati il testimone dell’indignazione, nei giorni scorsi, contro un’iniziativa del Partito democratico a Milano, ossia l’offerta di biglietti scontati per l’imminente Expo, agli under30 che si iscrivessero. La tessera di un partito, si è detto, è una scelta ideale, immorale offrire vantaggi.
Ora, a parte che si tratta di uno sconto contenuto, chi ha si imbufalisce per la trovata di Pietro Bussolati, segretario dem a Milano, poco più che trentenne, tradisce un perbenismo di altri tempi, vecchio com’è l’idea di politica che si porta dietro.
Certo che l’iscrizione è un’opzione ideale. Certo che presuppone un modo di guardare alla realtà, di affrontare i problemi e “sortirne tutti insieme”, come diceva don Lorenzo Milani. Ma perché demonizzare un approccio che parla ai giovani, con il loro linguaggio? Oggi chi ha 30 anni, anche quando decide di aderire a un progetto, ideale, culturale, volontaristico, lo fa per senso di appartenenza e la fidelizzazione è persino gradita. Quante associazioni culturali e ambientaliste, quante realtà di volontariato offrono a chi si associa sconti su libri e riviste, gadget, maglie da indossare, facilitazioni che siano coerenti con il proprio impegno? Senza dimenticare che, chi ha meno 30 anni oggi, fa purtroppo i conti con una ristrettezza economica per la quale la logica dello sconto non è mai così insultante, anzi.
Nei giovani, oggi, poi c’è un approccio laico alla politica: un anno si aderisce, per sintonia con la leadership di quel partito, l’anno dopo lo si abbandona perché le politiche non sono state coerenti con gli annunci. Iscriversi a non è più  un battesimo civile, per cui l’offerta di uno sconto non scandalizza affatto. O c’è un pregiudizio così marcato verso i più giovani, da ritenerli capaci di vedere le proprie scelte per poche decine di euro?
Chi critica dovrebbe riflettere semmai su un aspetto: le tessere dei due partiti da cui discende il Pd, ossia la Dc e il Pci, per alcuni anni e in alcune zone d’Italia, hanno garantito l’accesso a piccoli o grandi sistemi di welfare paralleli, talvolta legali. 
Invece di scandalizzarsi di uno sconto, bisognerebbe essere lieti che non sia più così.
GIAMPAOLO CERRI, GIORNALISTA

15 Aprile 2015
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