amianto
10:40 pm, 20 Novembre 14 calendario

Sul caso Eternit nessun s’arrenda

Di: Redazione Metronews
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ROMA È stata necessaria la nottata. Farla passare, ingoiare le lacrime, abbracciarsi stretti. Ma poi è tornata la solita, costante e caparbia volontà di non arrendersi. Tra i cittadini di Casale Monferrato, che ieri hanno marciato nella loro città chiusa per lutto, tra i parenti di tutte le vittime di amianto che hanno sofferto in simbiosi, e negli uffici della procura di Torino. Il pm Raffaele Guariniello risponde velocemente, ma il tempo necessario per dettare la linea: «Arrendersi non è in programma. Noi stiamo già guardando oltre». Ed eccolo l’oltre: omicidio volontario di 256 persone. Una strage aggravata dalla volontà di fare profitti) e dall’insidiosità del mezzo (le polveri).
A poche ore dal proscioglimento in Cassazione, Stephan Schmidheiny ha visto allungarsi lo spettro di una nuova accusa da ergastolo. I pm Raffaele Guariniello e Gianfranco Colace aspettavano la sentenza degli “ermellini” per firmare la chiusura indagini. «La Suprema Corte – dichiara Guariniello – ha sancito che il reato di disastro ambientale è stato commesso e con dolo. Che poi sia caduto in prescrizione non cambia nulla dal punto di vista della responsabilità dell’imputato. Io non demordo. La giustizia non è un sogno ma qualcosa che si può realizzare».
L’entourage di Schmidheiny non ci sta. Un comunicato sottolinea che l’imprenditore, uno degli uomini più ricchi del mondo, si prodiga nella filantropia. «Più di 1.500 persone negli ultimi otto anni hanno accettato l’offerta ricevendo in totale molte decine di milioni di euro». Ma nel frattempo Schmidheiny «si aspetta che lo Stato lo protegga da ulteriori processi ingiustificati». Se è un di “do ut des”, la procura non ha intenzione di cedere: a Torino si indaga sugli italiani morti dopo aver lavorato per la Eternit in Svizzera e Brasile, e l’indagine sulla “amiantifera” di Balangero, nel torinese.
STEFANIA DIVERTITO

20 Novembre 2014
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