Maurizio Guandalini
9:00 pm, 11 Novembre 14 calendario

Contro i disastri urge una politica del fare

Di: Redazione Metronews
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Ora Chiavari, prima Carrara, Genova. Un matrimonio tra Cielo e Terra per fare danni. Come non mai. C’è l’eccezionalità dell’evento e i ritardi dell’uomo. Sui ritardi nessuna clemenza. La “nuova” politica la intendo così: c’è il disastro, dopo qualche giorno, e sottolineo qualche giorno, la “politica” è lì che rimette a posto, per sempre, il danno. Manca la visibilità, la presenza, il tocco della pelle. Se andate in alcune zone dell’ultimo terremoto tra il mantovano e il modenese si raccoglie lo stato di abbandono, gente ancora disperata. È questa condizione che va cancellata al suo preoccupante insorgere. Sigillata. A Genova la stessa solfa. A Carrara, i cittadini sono incavolati neri con l’amministrazione comunale. I politici locali, spesso, quando ricoprono la carica, sono animati da presunzione. Segnalazioni, indicazioni, preoccupazioni provenienti dai cittadini, ad esempio prima di disastri annunciati, non sono raccolti. Fatti passare sottogamba. Derubricati come il solito lamento. Lo scatto di qualità nel governare il territorio deve partire dai comuni. Lo Stato “pesante”, quello soldi&strutture immediatamente deve essere lì dove c’è il fango, a curare la ferita. L’intervento non può esserci dopo mesi, anni, perso tra pastoie burocratiche e timbri. Lo diciamo da tempo: la debolezza sta nella protezione civile. Dopo gli scandali dell’era Bertolaso, post Aquila e post G8 della Maddalena, la protezione civile è stata indebolita, svuotata, punita per eccesso di potere.
 
Lo Stato “pesante”, quello soldi&strutture immediatamente deve essere lì dove c’è il fango, a curare la ferita
Va rifatto un ulteriore tentativo. Perdonato lo scialacquio di denaro pubblico, la protezione civile, insieme al genio militare, vanno caricati di poteri straordinari di intervento. A Genova, ad esempio, quei letti dei fiumi sarebbero già sistemati da un pezzo. Fin qui il dopo. Poi c’è il privato. Il primo provvedimento da prendere è l’assicurazione obbligatoria sugli edifici, contro le calamità naturali. Naturalmente le spese per la stipula di assicurazioni con compagnie private dovrebbero essere deducibili dalle tasse; dette assicurazioni dovrebbero inoltre essere obbligatorie, come le polizze per la responsabilità civile sulle auto. Quali i vantaggi? Una maggiore responsabilizzazione dei cittadini, chiamati a corrispondere premi alle compagnie assicuratrici proporzionati al grado di rischio. Solo così si potrà concretamente evitare che qualcuno costruisca sul letto di un torrente o alle pendici di un vulcano.
MAURIZIO GUANDALINI, economista e giornalista FondazioneIstud

11 Novembre 2014
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